Torneranno in vigore alla mezzanotte di Washington (le 6.00 in Svizzera) una serie di sanzioni economiche contro l’Iran che gli Stati Uniti avevano sospeso nel 2015, in conseguenza della firma dell’accordo di sospensione del programma nucleare.
Le misure includono l’interdizione dell’acquisto di dollari in banconote, oro e metalli preziosi da parte del governo iraniano, il commercio di alluminio e acciaio. Altre sanzioni ancora più ampie - contenute nell’ordine esecutivo firmato oggi da Trump e che entrerà in vigore il 5 novembre – riguardano l’export petrolifero, il settore energetico, le attività della Banca centrale.
Rohani ha replicato in serata accusando Trump di voler fare "una guerra psicologica" contro l'Iran, e sottolineando come le sanzioni non siano compatibili con eventuali negoziati invocati dal presidente USA. "I principali fattori di un negoziato sono la sincerità e la ricerca di frutti - ha dichiarato - ma sono stati gli USA ha lasciare il tavolo negoziale con l'uscita dall'accordo sul nucleare".
RG 08.00 del 07.08.2018 La reazione iraniana nella corrispondenza di Alberto Zanconato
RSI Info 07.08.2018, 12:06
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In un comunicato congiunto, diramato prima ancora che le sanzioni tornassero formalmente in vigore, i ministri degli esteri di Francia, Germania e Regno Unito - i tre paesi europei che hanno firmato l’intesa con l’Iran – e l’alta rappresentante per la politica estera dell’Unione europea Federica Mogherini si sono detti “profondamente dispiaciuti” per la decisione di Washington.
L’Europa ha ribadito il proprio sostegno ad un accordo di non proliferazione nucleare che sta funzionando, il che non significa che con Teheran tutti i problemi siano risolti, ma rovesciare il tavolo non è il miglior modo per affrontarli
E siccome le sanzioni statunitensi non si rivolgono alle compagnie americane che fanno affari in Iran ma sono “erga omnes”, contestualmente al loro ripristino è scatta anche il cosiddetto “statuto di blocco”: un regolamento dell’Unione europea che impedisce alle compagnie europee - salvo esplicita autorizzazione - di adempiere al volere di Washington, permette loro di chiedere il rimborso per i danni subiti ed annulla ogni eventuale ingiunzione di corti degli Stati Uniti.
RG 07.00 del 07.08.2018: il servizio di Tomas Miglierina
RSI Info 07.08.2018, 09:03
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Si tratta tuttavia di un’arma spuntata: numerose compagnie europee che fanno affari anche negli USA hanno già deciso nelle scorse settimane di ritirarsi dall’Iran, per non incorrere nelle rappresaglie di Washington. Fonti diplomatiche americane hanno detto di essere “determinate ad attuare le sanzioni in maniera aggressiva”. La reazione europea le preoccupa poco.