Iraq, la propaganda è online

Twitter, Facebook e Youtube, la propaganda dei combattenti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante non si muove solo sul territorio iracheno, ma anche nel mondo virtuale. Le cosiddette Primavere arabe hanno infatti fatto scuola: per far passare un messaggio bisogna essere in grado di muoversi velocemente sui social media. E così stanno facendo i militanti dell’ISIL, che affidano alla rete i loro proclami. Emblematico il filmato “Claning of the swords” pubblicato prima di lanciare l’offensiva su diverse città.

I video sono prodotti con buoni mezzi tecnici, quasi in stile hollywoodiano, come hanno sottolineato diversi esperti del settore. Il gruppo estremista, stando a quanto scrive il Washington Post, è milionario. Secondo stime avrebbe nelle sue casse qualcosa come 313 milioni di euro. Soldi che serviranno per l’istituzione, comandata da Abu Bakr al Baghdadi, di un califfato guidato dalla sharia in Iraq e in Siria.

Nel campo diplomatico

Intanto sul fronte diplomatico, l’ipotesi di una asse Washington-Teheran in funzione anti-jiadista inizia a traballare. Il ministro degli Esteri iraniano ha fatto sapere che non saranno visti di buon occhio “interventi militari, di qualsiasi tipo (quindi anche attraverso droni, come ventilato da Barack Obama) in Iraq”.

Da parte sua, il premier sciita Nuri al Maliki, confrontato con il problema delle diserzioni, ha lanciato la controffensiva: 179 i miliziani dell’ISIS uccisi nelle ultime 24 ore, contro però i 1'700 soldati giustiziati nella provincia di Salaheddin secondo quanto rivendicato su Twitter (a cui sono state corredate una serie di foto raccapriccianti) dalla guerriglia sunnita.

AlesS

Modem del 16/06/2014, la puntata dedicata alla situazione in Iraq