Israele “risponderà” all’Iran

Si è tenuta nel primo pomeriggio di lunedì a Gerusalemme una riunione del gabinetto di guerra convocato dal premier Benjamin Netanyahu che si trovava sostanzialmente nei giorni scorsi davanti a un dilemma: reagire all’attacco lanciato sabato notte dall’Iran, con il rischio di escalation nella regione, o rinunciare a una ritorsione, come chiede la comunità internazionale?

A quanto pare questo dilemma è stato risolto, come spiegato dal collaboratore della RSI Michele Giorgio da Gerusalemme, perché le notizie che danno i mezzi di informazione israeliani sui contenuti di questa riunione dicono che ci sarà quasi certamente un attacco militare da parte di Israele.

“Non c’è altra scelta se non quella di rispondere all’attacco di Teheran”, ha detto il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant al capo del Pentagono Austin. E anche il comandante dell’Idf, Herzi Halevi, ha confermato che “la risposta ci sarà”. “Il lancio di così tanti droni e missili sul nostro territorio avrà la sua risposta”, ha avvertito.

Ci sono pochi dubbi anche dei funzionari americani citati sempre da alcuni mezzi di informazione locali, i quali parlano di un attacco che potrebbe avvenire nelle prossime ore. Allo stesso tempo si sottolinea che il gabinetto di guerra vuole stabilire un coordinamento con gli Stati Uniti per portare avanti un’azione militare che sia accettabile da parte dell’amministrazione Biden e che non dovrà provocare una escalation nella regione.

Come tutto questo potrà poi realizzarsi non è ancora molto chiaro, anche perché dall’Iran arrivano segnali altrettanto inquietanti. Il ministro degli esteri di Teheran ha infatti fatto sapere che, se nuovamente attaccati, reagiranno sicuramente e colpiranno Israele in una maniera molto più forte di quella vista sabato notte. Il gabinetto di guerra, secondo i media, tornerà a riunirsi domani.

Nel frattempo l’Iran ha già messo in stato di massima allerta le sue difese aeree, secondo quanto riferito dai media locali.

Al momento le prospettive sembrano indicare un’azione militare e una ulteriore escalation mentre, in queste ore, c’è una accelerazione del conflitto anche al confine tra Libano e Israele dove ci sono intensi bombardamenti israeliani in corso.