La legge di riforma giudiziaria ''va fermata, subito''. Lo ha detto in un discorso alla Nazione il ministro della Difesa Yoav Gallant, uno dei più stretti alleati del premier Benjamin Netanyahu.
"Occorre ritrovare l'unità nazionale. Già adesso - ha continuato Gallant - esiste un pericolo chiaro, immediato e concreto alla nostra sicurezza nazionale". Gallant, che si è detto disposto a pagare "un prezzo personale" per le sue idee ha chiesto che il blocco della legge sia accompagnato da un blocco delle manifestazioni e dall'inizio di "un dialogo di riconciliazione fra le parti".
"Gli eventi in corso nella società israeliana - ha detto ancora Gallant - coinvolgono anche le forze armate. Da ogni parte giungono sentimenti di collera, di dolore e di massima delusione di un'intensità che non avevo mai visto prima. Constato come la fonte della nostra forza si sta erodendo. In quanto ministro della Difesa di Israele, io dico nel modo più chiaro che le lacerazioni che si stanno verificando nella nostra società stanno penetrando anche nell'esercito e nelle altre istituzioni di sicurezza".
Anche il ministro dell'agricoltura Avi Dichter - dopo il responsabile della difesa Yoav Gallant - ha chiesto al premier Benjamin Netanyahu di fermare subito la legge di riforma giudiziaria "per lo meno fino al 26 aprile, giorno dell'Indipendenza". Dichter - ex capo dello Shin Bet ed uno dei maggiori dirigenti del Likud - ha detto: "Non c'è altra uscita".
Anche un altro autorevole esponente del partito di Netanyahu - l'ex presidente della Knesset Yuli Edelstein - ha rinnovato la richiesta di fermo immediato dell'iter della legge.
Israele di nuovo in piazza
Telegiornale 25.03.2023, 20:00
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