Israele ha schierato truppe e blindati sulla frontiera con la Striscia di Gaza, mentre altri 7'000 riservisti sono stati richiamati in servizio. “Ci vorrà tempo ma riporteremo la calma in Israele” ha dichiarato il primo ministro Benjamin Netanyahu, mentre un portavoce dell’esercito ha affermato che un’invasione via terra è “uno degli scenari possibili”.
Nonostante gli sforzi diplomatici e gli appelli internazionali a mettere fine alle violenze continuano intanto il lancio di razzi da parte palestinese e i bombardamenti, con aerei e artiglieria, dell’esercito israeliano. Il bilancio dall’inizio degli scontri è ormai di 90 morti, 83 palestinesi e 7 israeliani. Da lunedì l’esercito afferma di aver condotto 600 attacchi contro la Striscia di Gaza, mentre Hamas ha lanciato oltre 1'600 razzi.
Di fronte all’intensificarsi del conflitto l’ONU prevede una terza riunione d’urgenza del Consiglio di sicurezza per venerdì che si terrà in forma pubblica. Nel corso dei due precedenti incontri gli Stati Uniti si sono opposti a una dichiarazione comune per chiedere la fine degli scontri, giudicandola controproducente in questo momento. Una delegazione egiziana è intanto arrivata a Tel Aviv per tentare di negoziare una tregua tra le parti.
Nessun cessate il fuoco
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