Israele, netta vittoria di Netanyahu

In Israele Benjamin Netanyahu e i suoi alleati di destra ed estrema destra hanno ottenuto una chiara maggioranza nelle legislative di martedì. Lo ha annunciato nella serata di giovedì la Commissione elettorale nazionale.

Secondo il conteggio finale, il blocco guidato dall'ex primo ministro controlla 64 dei 120 seggi della Knesset. Con 32 seggi per il Likud dell'ex premier Netanyahu, 18 per i partiti ultraortodossi e 14 per un'alleanza di estrema destra, il blocco di destra ha ottenuto 64 seggi, ha reso noto la Commissione. Il blocco del primo ministro uscente Yair Lapid, centrista, ha invece ottenuto 51 seggi.

Il premier uscente Lapid si è congratulato con Netanyahu per la sua vittoria elettorale e gli ha augurato buona fortuna. Lapid - al termine dello spoglio dei voti che ha confermato i dati già noti - ha detto a Netanyahu di aver dato istruzioni a tutti i ministeri per il trasferimento ordinato dei poteri.

Ora Netanyahu stringe i tempi, sente i partner della coalizione di destra ed estrema destra e si prepara a tornare al potere. Non più tardi della fine della settimana prossima dovrebbe avere l'incarico formale da parte del presidente Isaac Herzog al termine del giro di consultazioni del capo dello Stato con i partiti.

Un segnale chiaro a Netanyahu e soprattutto al suo alleato Ben Gvir, di cui sono note il rigetto della soluzione a due Stati, la volontà di annettere la Cisgiordania (per di più senza diritti per i palestinesi), la messa all'indice degli arabi israeliani ritenuti "sleali" e la dichiarata intenzione di autorizzare le preghiere ebraiche sul Monte del Tempio a Gerusalemme (la Spianata delle Moschee) in violazione dello status quo.

Un cerino in un mare di benzina. Ma il governo di Sunak è andato oltre: si è rimangiato l'apertura fatta dal precedente primo ministro Liz Truss sul possibile spostamento dell'ambasciata britannica da Tel Aviv a Gerusalemme. Una mossa - la precisazione di Downing Street - non praticabile e che invece, quando era stata ipotizzata da Truss al premier Yair Lapid all'ONU, aveva riscosso il plauso da Gerusalemme.