La Difesa civile della Striscia di Gaza ha reso noto martedì che altre 21 persone sono morte a causa di un nuovo bombardamento israeliano su un campo per sfollati nel sud della Striscia. Muhammad Al-Mughair, un funzionario della protezione civile, ha dichiarato che l’attacco israeliano “ha colpito le tende degli sfollati a ovest di Rafah”. Il Ministero della Sanità di Gaza, gestito da Hamas, ha riferito di 64 feriti.
Israele nega di aver preso di mira un’area per rifugiati
Da parte sua, l’esercito israeliano ha affermato di non aver colpito “la zona umanitaria di Al-Mawasi”, in riferimento a un’area designata come rifugio per gli sfollati di Rafah. “Contrariamente ai rapporti di queste ultime ore, l’esercito non ha colpito nella zona umanitaria di A-Mawasi”, a ovest di Rafah. Poco prima lo stesso portavoce militare Daniel Hagari aveva detto di “non essere a conoscenza” dell’episodio.
Il Ministero della Sanità di Gaza ha descritto l’attacco di martedì come un “nuovo massacro”, dopo il bombardamento israeliano di domenica sera su un campo per sfollati nel quartiere Tal Al-Sultan di Rafah, che ha causato 45 morti e 249 feriti, secondo la stessa fonte.
La condanna ONU
Il segretario generale dell’ONU, Antonio Guterres, intanto ha condannato “con la massima fermezza” i raid aerei su Rafah e ha detto di avere “il cuore spezzato dalle immagini delle persone uccise e ferite, tra cui molti bambini piccoli. L’orrore e la sofferenza devono cessare immediatamente”. Poi ha chiesto di nuovo il “cessate il fuoco immediato e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”. L’amministrazione Biden - ha riferito il sito Axios - sta ancora valutando se l’attacco israeliano a Rafah costituisca una violazione della “linea rossa” suggerita dal capo della Casa Bianca. Secondo l’UNRWA, l’agenzia dell’ONU per i rifugiati palestinesi, circa un milione di persone “sono fuggite” da Rafah nelle ultime tre settimane, senza avere “un posto sicuro dove andare in mezzo ai bombardamenti, tra mancanza di cibo e acqua, cumuli di rifiuti e condizioni di vita inadeguate”.
Carri armati schierati
Sempre a Rafah, martedì un testimone ha dichiarato all’AFP di aver visto i carri armati israeliani schierati nel centro della città. Altri residenti hanno detto di non potersi muovere dall’arrivo dei tank. “Le persone rimangono nelle loro case per il momento, perché chiunque si muova viene preso di mira dal fuoco dei droni israeliani”, ha spiegato un residente, Abdel Khatib.
USA, la nostra politica non cambia dopo raid su Rafah
Alla luce di questi ultimi sviluppi, gli Stati Uniti hanno dichiarato di considerare ancora “limitata” l’operazione israeliana a Rafah, e il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con la stampa ha dichiarato che dopo il raid di domenica contro Rafah “la nostra politica non cambia”. ‘E’ appena successo, gli israeliani investigheranno”, ha sottolineando precisando che Washington “non si vuole girare dall’altra parte” su quello che è successo.
In un momento in cui le condanne dei bombardamenti israeliani si moltiplicano in tutto il mondo, martedì Spagna, Norvegia e Irlanda hanno riconosciuto ufficialmente lo Stato di Palestina, provocando la furia di Israele, che vede questo riconoscimento come una ricompensa per Hamas, che ha preso il potere nella Striscia di Gaza nel 2007.
Ultimo episodio del lungo conflitto israelo-palestinese, l’attuale guerra è stata scatenata da un attacco in territorio israeliano il 7 ottobre da parte di commando di Hamas infiltrati dalla Striscia di Gaza, che ha provocato la morte di oltre 1.189 persone, la maggior parte delle quali civili, secondo un nuovo conteggio effettuato martedì dall’AFP sulla base degli ultimi dati ufficiali disponibili.
Video di un ostaggio
Delle 252 persone prese in ostaggio, 121 sono ancora detenute a Gaza, 37 delle quali sono morte secondo l’esercito israeliano. Per rappresaglia, Israele ha promesso di annientare Hamas e ha lanciato un’offensiva che ha causato almeno 36.096 morti, la maggior parte dei quali civili, secondo i dati del Ministero della Sanità del governo di Gaza gestito da Hamas.
Martedì la Jihad islamica, alleata di Hamas, ha diffuso un video di un ostaggio, identificato dai media israeliani come Sasha Trupanov, un russo-israeliano di 28 anni. Questo video “è un’ulteriore prova del fatto che il governo israeliano deve dare un chiaro mandato alla squadra negoziale, che potrebbe portare a un accordo per la restituzione di tutti gli ostaggi”, afferma il Forum delle famiglie degli ostaggi in Israele.
Colloqui infruttuosi
Il Qatar, gli Stati Uniti e l’Egitto sono impegnati da mesi in colloqui volti a raggiungere una tregua duratura a Gaza, accompagnata dal rilascio degli ostaggi. Ma non è stato fatto alcun progresso. Una fonte dei media vicina ai servizi segreti egiziani ha dichiarato martedì che l’Egitto sta “intensificando gli sforzi” per riprendere questi colloqui.
Prima dell’attacco di martedì, i corrispondenti dell’AFP a Rafah e i testimoni avevano riferito di pesanti bombardamenti aerei e di colpi di artiglieria nella parte occidentale della città di confine con l’Egitto. Hanno visto centinaia di palestinesi in fuga, in particolare a Tal Al-Sultan.
“Nessun posto sicuro dove andare”
Questa fuga avviene “senza alcun luogo sicuro dove andare, sotto i bombardamenti, senza acqua né cibo, tra montagne di rifiuti”, ha dichiarato l’Unrwa su X, sottolineando che “giorno dopo giorno, sta diventando quasi impossibile fornire assistenza e protezione” alla popolazione.
Evacuazioni mediche interrotte, sempre più persone muoiono in attesa di cure
Dall’inizio di maggio, i soldati israeliani hanno condotto un’operazione di terra a Rafah, dichiarando di voler eliminare gli ultimi battaglioni di Hamas presenti sul posto. Quest’operazione ha portato alla chiusura del valico di frontiera con l’Egitto, fondamentale per la consegna degli aiuti umanitari. Da allora, “tutte le evacuazioni mediche si sono bruscamente interrotte”, il che significa che sempre più persone muoiono in attesa di cure, ha dichiarato martedì l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Anche la consegna degli aiuti attraverso il molo temporaneo costruito dagli Stati Uniti è stata sospesa dopo che questa struttura è stata danneggiata dalle intemperie, secondo quanto dichiarato dal Dipartimento della Difesa statunitense.
Quasi 50 morti in 24 ore
Un corrispondente dell’AFP ha riferito di bombardamenti e spari anche a Gaza City, nel nord del territorio. Il Ministero della Sanità di Hamas ha riferito di almeno 46 morti in 24 ore in tutta la Striscia di Gaza. Dopo l’attacco di domenica, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di deplorare “un tragico incidente”. Le Nazioni Unite hanno chiesto un’indagine “completa e trasparente”. La Difesa civile palestinese ha riferito che molti corpi sono stati “carbonizzati” nell’incendio che ha devastato il campo per sfollati di Barkasat, gestito dall’Unrwa.
L’esercito israeliano ha dichiarato martedì che le munizioni utilizzate nel bombardamento di domenica non avrebbero potuto “da sole” causare l’incendio.
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