Il Governo Draghi ha varato un decreto per stabilire controlli e verifiche a due giorni dall'entrata in vigore dell’obbligo del Green Pass in Italia anche sul posto del lavoro. Regole che tuttavia non cancellano alcuni fronti di preoccupazione: dal rischio di blocco dei porti alle difficoltà di organizzare un numero elevato di tamponi.
Sono previste multe per chi aggira od omette i controlli e un limite massimo di 48 ore entro cui un’azienda potrà richiedere in anticipo il certificato al proprio dipendente. Chi non rispetta le decisioni, starà a casa senza stipendio. Queste, alcune delle regole con cui il Governo intende accompagnare l’entrata in vigore di quest’obbligo esteso del Green Pass, che sta mettendo sotto pressione una fetta minoritaria, ma comunque consistente di lavoratori. "C'è un numero ancora importante di persone non vaccinate in tutta Italia, sono 8,4 milioni gli over 12 che non hanno ricevuto nessuna dose di vaccino", spiega Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe.
Di questi 8 milioni, secondo i calcoli della Fondazione Gimbe che ha monitorato tutte le evoluzioni legate alla pandemia, ben 4 verrebbero costituiti da lavoratori senza vaccinazione: "Se ho 4 milioni di persone non vaccinate, devo rilasciare il tampone per dare loro il Green Pass. Dovendone fare 3 alla settimana, ci vogliano dagli 8 ai 12 milioni di test alla settimana. È un numero che non riusciamo a fare. Oggi se ne fanno circa 1,2 milioni alla settimana. È impossibile che al 15 di ottobre tutti abbiano un tampone negativo entro le 48 ore".
A questo problema si aggiungono le minacce di blocco da parte dei portuali, da Trieste a Genova, mondi della logistica dove la percentuale no-vax schizza al 30%. Difficoltà oggettive che tuttavia non sembrano far da freno alla traiettoria di una campagna vaccinale, come quella italiana, a livello di percentuali, fra le prime in Europa.