La quarta democrazia più grande del mondo sarà governata da un ex ufficiale dei paracadutisti denunciato da molti come una "minaccia fascista": Jair Bolsonaro è stato eletto presidente del Brasile, battendo il suo rivale Fernando Haddad di almeno 11 punti, il 55% dei voti. Lo confermano i primi dati ufficiali diffusi dal Tribunale superiore elettorale.
Malgrado la rimonta registrata negli ultimi giorni da Haddad - l'erede politico scelto da Lula da Silva come candidato del Partito dei Lavoratori (PT) - i risultati del ballottaggio hanno confermato le previsioni dei sondaggi, che davano Bolsonaro come favorito anche prima del primo turno delle presidenziali, lo scorso 7 ottobre.
La vittoria di Bolsonaro rappresenta una frattura storica per il Brasile, dopo una fase di quattro governi consecutivi del PT, chiusasi nell'agosto del 2016 con l'impeachment di Dilma Rousseff, e il breve intermezzo dell'amministrazione di Michel Temer, che arriva alla fine del suo mandato battendo tutti i record storici di impopolarità.
Il risultato del voto in Brasile segna anche una nuova sconfitta per i partiti e i leader protagonisti della cosiddetta "marea rosa" progressista che investì l'America Latina all'inizio del secolo XXI, dopo le vittorie elettorali del centrodestra in Argentina, Cile, Perù e Colombia e le derive autoritarie in Venezuela e Nicaragua.
"Sono molto grato a tutti voi, per la vostra considerazione, le vostre preghiere e la vostra fiducia", ha detto l'ex militare, aggiungendo che "adesso, tutti insieme, cambieremo il destino del Brasile: sapevamo dove stavamo andando, e ora sappiamo cosa dobbiamo fare".
ats/joe.p.