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Khan Younis, almeno 90 morti. Il raid forse fallito

Netanyahu ammette di non sapere se Mohammed Deif, il comandante obbiettivo del raid, sia stato ucciso. Hamas lo nega. 300 i feriti, è l’ attacco più pesante da settimane

  • 13 luglio, 22:10
  • 13 luglio, 23:36

Notiziario

Notiziario 13.07.2024, 21:00

  • Keystone
Di: Agenzie/RSI Info

E’ salito ad almeno 90 il bilancio provvisorio dei morti per l’attacco aereo israeliano in una zona di Gaza designata come umanitaria, perché ospitava tende di sfollati. I feriti sono oltre 300. La metà delle vittime sono donne e bambini. E’ il più mortale degli attacchi israeliani su Gaza da settimane.

Israele ha dichiarato che l’obbiettivo era l’eliminazione del comandante militare di Hamas nella striscia, Mohammed Deif, già sfuggito ad almeno sette attentati, l’ultimo nel 2021 e il comandante della brigata locale di Khan Younis, Rafa Salama

Il premier Benjamin Netanyahu ha ammesso in una conferenza stampa di non sapere se Deif sia vivo o morto, “ma in ogni caso arriveremo a tutta la leadership di Hamas”, ha detto. Fonti di intelligence e la televisione saudita al-Hadath affermano che Deif sarebbe stato ferito, non è chiaro quanto gravemente, mentre Salama sarebbe stato ucciso. Il vicecapo di Hamas, Khalil Al-Hayya, ha detto al canale panarabo Al-Jazeera che Deif non è morto.

Al-Mawasi, la zona colpita, è una delle aree dove Israele ha invitato la popolazione di Gaza a spostarsi dopo avere ordinato l’evacuazione dei civili da altri teatri di operazioni. Israele ha pubblicato su X (ex Twitter) foto aeree accusando la leadership di Hamas di essersi nascosta tra le tende dei civili.

Il movimento islamista parla di falsità per giustificare il raid, il cui vero obiettivo sarebbe far fallire i negoziati su cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi.

Poco chiaro l’impatto sui negoziati

Non è chiaro se il raid bloccherà i negoziati in corso al Cairo e a Doha. La parte israeliana afferma che comunque l’obbiettivo del raid giustificava l’azione: Deif e Salama sono considerati tra i principali responsabili dell’attacco del 7 ottobre scorso contro Israele, che ha provocato l’inizio della guerra a Gaza.

Per Netanyahu aumentare la pressione sulla leadership di Hamas accresce le chances di liberare gli ostaggi. Il premier ha ribadito il sostegno al piano mediato da USA, Egitto e Qatar per una tregua, ma al tempo stesso non ha mai cambiato linea sulla necessità di proseguire la guerra fino all’eliminazione di Hamas.

Joe Biden aveva dichiarato ieri (venerdì 12) che Israele e Hamas accettano il quadro del piano di cessate il fuoco reso pubblico il 31 maggio. “Restano delle lacune da riempire”, aveva spiegato il presidente USA, “ma la tendenza è positiva”.

Migliaia di persone hanno manifestato anche questa sera (sabato) davanti all’ufficio di Netanyahu a Gerusalemme chiedendo un accordo per la liberazione degli ostaggi. Una marcia di quattro giorni da Tel Aviv a Gerusalemme organizzata dalle famiglie e dai sostenitori si è conclusa sabato mattina.

Secondo media israeliani, il capo del Mossad è atteso in Qatar nei prossimi giorni per discussioni.

Fonti egiziane hanno invece comunicato alle agenzie stampa internazionali che i colloqui sono sospesi fino a quando Israele non dimostrerà di essere serio a proposito dei negoziati

Abbas accusa anche Hamas

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha imputato a Israele e agli USA la responsabilità per il raid su Gaza, ma ha aggiunto che la guerra a Gaza è anche colpa di Hamas.

E’ un segno della tensione che monta tra Abbas (che appartiene al partito Al Fatah) e il movimento islamista. Dal canto suo Hamas ha accusato più volte Abbas di essere dalla parte di Israele.

Situazione umanitaria disastrosa

L’attacco israeliano in una zona fitta di tende ha provocato ore di panico e terrore tra la popolazione.

I superstiti del raid sono stati portati al vicino ospedale “Nasser”, che è stato completamente travolto dall’emergenza, tra la violenza del raid e la mancanza acuta di materiale medico.

La situazione nella striscia continua ad essere definita “disastrosa” dagli operatori umanitari. In una scuola che ospita 14’000 civili sfollati ci sono solo 25 servizi igienici, denuncia l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi (UNRWA).

Scontri al confine col Libano

Il movimento sciita libanese Hezbollah ha detto di avere lanciato razzi sulle forze di sicurezza israeliane, dalle sue postazioni nel sud del Libano, ferendo almeno quattro soldati. L’azione è la risposta a un attacco israeliano che ha ucciso due civili nel sud del Libano.

L’esercito israeliano ha ammesso i quattro ferimenti, di cui uno grave, ed ha detto di avere agito in Libano con un drone contro miliziani di Hamas, tra cui un comandante, che si apprestavano a colpire Israele.

I morti per opera di attacchi israeliani in Libano dal 7 ottobre sono già oltre 500, di cui 90 civili, secondo un conteggio tenuto dall’Agence France Presse. In Israele almeno 29 persone, tra cui 13 civili, sono state uccise.

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