L’esercito russo ha volontariamente ucciso 216 civili nella regione di Kherson durante la sua occupazione e più di 800 persone sono state uccise dai bombardamenti di Mosca dopo che le forze armate ucraine hanno liberato tutta l’area sulla riva destra del fiume Dnipro, centro urbano compreso, l’11 novembre di un anno fa.
Lo ha reso noto la Procura locale nel primo anniversario della liberazione della città. “Gli occupanti hanno deliberatamente ucciso almeno 216 civili. Più di 800 civili, tra cui 36 bambini, sono stati uccisi dai bombardamenti”, afferma la Procura, sottolineando che 23 persone sono morte nella regione per annegamento in seguito alla distruzione della centrale idroelettrica di Kakhovka.
I bombardamenti prosegue la Procura, hanno distrutto o danneggiato quasi 6’000 siti civili. Inoltre, nella regione sono stati scoperti undici luoghi di tortura in cui i russi torturavano persone a causa delle loro opinioni filoucraine. Quattro prigionieri sono stati torturati a morte.
Scoppio a Melitopol, morti almeno tre ufficiali russi
Almeno tre ufficiali della Guardia nazionale russa sono morti in seguito a un’esplosione avvenuta sabato nel quartier generale dell’esercito russo a Melitopol, città occupata nella regione di Zaporizhia: lo ha reso noto la direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino (GUR), come riportano i media locali.
Il GUR ha attributo l’esplosione a “un’azione di vendetta eseguita da rappresentanti del movimento di resistenza locale”. L’attacco è stato effettuato durante una riunione degli ufficiali dei servizi di sicurezza e della guardia russa. Le forze ucraine hanno precisato di aver effettuato “operazioni offensive” in verso Melitopol, nella parte occidentale della regione di Zaporizhia, dove “hanno sfiancato il nemico lungo l’intera linea del fronte”.
Ucraina, raid su Kherson e rivelazioni su Nord Stream
Telegiornale 12.11.2023, 20:32