L’Italia è attualmente uno dei Paesi più sicuri d’Europa, con un basso tasso di omicidi rispetto ai suoi vicini più grandi, a cominciare dalla Francia. Con la fine del terrorismo politico e la conversione delle mafie alla criminalità dei “colletti bianchi”, il numero di omicidi intenzionali è crollato. Solo il 10% degli omicidi commessi ogni anno è ora attribuito alle mafie.
Evidentemente si tratta di statistiche, ma considerando tutti i Paesi, solo la Norvegia e la Svizzera hanno un tasso di omicidi pari o inferiore a quello dell’Italia, mentre la Lettonia, il Paese con il tasso di omicidi più elevato, ne mostra uno di 6,5 volte superiore.
Per secoli terra di mafia e di violenza politica, l’Italia si rivela in quest’epoca una delle nazioni europee più sicure, rispetto a un passato che evoca invece situazioni ben diverse. Dalla metà dell’Ottocento agli anni Novanta, la criminalità organizzata ha ucciso migliaia di persone, tra cui anche poliziotti, giudici, sacerdoti, testimoni e negozianti che rifiutavano di sottomettersi al racket.
A questo macabro bilancio si aggiunge quello degli “anni di piombo”, dalla fine degli anni Sessanta all’inizio degli anni Ottanta, quando gruppi armati di estrema sinistra e di estrema destra hanno messo in atto un autentico regno del terrore per fomentare il caos, indebolire lo Stato e, infine, instaurare un nuovo regime. Ma con la fine del terrorismo politico e la conversione delle organizzazioni mafiose al crimine “dei colletti bianchi”, il numero di omicidi intenzionali è crollato.
“I gruppi mafiosi hanno cambiato radicalmente il modo di operare (...). Oggi investono in attività immobiliari e commerciali” per riciclare il denaro sporco della droga senza versare il sangue che potrebbe danneggiare i loro affari, afferma Gianluca Arrighi, avvocato penalista e autore di romanzi gialli.
Nel 2023 l’Italia ha registrato un numero di omicidi tre volte inferiore (330) rispetto alla Francia (1’010), secondo i dati ufficiali pubblicati di recente dai due Paesi. “Gli omicidi sono diminuiti drasticamente negli ultimi 25 anni, in particolare quelli che coinvolgono gli uomini”, che erano le principali vittime delle mafie, osserva la sociologa Raffaella Sette, dell’Università di Bologna. In Italia, tuttavia, la piaga del femminicidio resta ancora dilaniante.
Per quanto riguarda i femminicidi (inclusi nel numero totale di omicidi), l’Italia ne ha registrati 97 nel 2023. Dato il forte calo del numero di vittime maschili, i femminicidi - anche se in diminuzione - sono strutturalmente significativi, rappresentando un omicidio su tre, rispetto a circa uno su dieci in Francia.
Violenza sulle donne, la situazione in Italia
Telegiornale 07.02.2024, 20:00
Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (UNODC), nel 1990 in Italia si verificavano 34 omicidi per milione di abitanti, contro i 24 della Francia. Nel 2023 il numero di omicidi era sei volte inferiore, mentre in Francia lo era solo di 1,6 volte nello stesso periodo.
E le statistiche medie dell’UNODC per il 2021/2022 evidenziano appunto che l’Italia è tra i Paesi europei con il minor numero di omicidi pro capite, 5,5 per milione, contro i sette della Spagna, gli otto della Germania, i dieci del Regno Unito e gli undici della Francia. E il divario con quest’ultima è palese anche per le aggressioni intenzionali (65’000 contro 384’000) e i tentati omicidi (1’018 contro 4’055), secondo i rispettivi Ministeri dell’Interno.