Il conflitto in Ucraina è ritornato prepotentemente d’attualità, soprattutto dopo che è stata resa nota una telefonata tra il presidente statunitense Donald Trump e il suo omologo russo Vladimir Putin e da quando è stato dichiarato che Washington e Mosca potrebbero dialogare in merito a un processo di pace. A far discutere, inoltre, sono state svariate dichiarazioni altisonanti e controverse dell’inquilino della Casa Bianca: dichiarazioni scevre da qualsivoglia natura protocollare o intenti diplomatici e anche, in svariati casi, prive di solide fondamenta. Proviamo, quindi, ad analizzarne alcune nel seguente “fact-checking”.
“Zelesky è un dittatore senza elezioni”
“A Dictator without Elections”, ovvero: un dittatore senza (aver vinto, ndr.) le elezioni. In un post sul suo social media “Truth” rilanciato poi sulla piattaforma X del suo alleato e membro di governo Elon Musk, Trump ha definito così il presidente ucraino.
Se è vero che in Ucraina non si tengono elezioni presidenziali dal 2019, questo è dovuto all’invasione da parte della Russia, nel febbraio del 2022, e alla decisione - a causa della guerra - di varare la legge marziale. Zelenksy, ex comico che non aveva esperienza politica, ha però vinto lecitamente le presidenziali di sei anni fa. Il primo mandato, della durata di cinque anni, sarebbe dovuto finire nel maggio del 2024 ma, proprio per il fatto che è stata decretata la legge marziale, le elezioni sono state sospese. Formalmente, Zelensky è quindi al potere senza una piena legittimità popolare da meno di un anno a questa parte ma a causa, come scritto, della guerra in corso.
Inoltre, l’attuale legge marziale ucraina si basa su una legge approvata nel maggio del 2015, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia e quindi risalente a quattro anni prima che Zelensky venisse eletto.
È però vero che la legge marziale in Ucraina limita alcuni diritti fondamentali e il prolungarsi della sua applicazione è stato criticato, sia internamente sia esternamente. Per molti osservatori, resta però una misura necessaria a causa del conflitto armato. La Commissione europea, per esempio, nel 2023 ha dichiarato: “Sebbene l’introduzione della legge marziale abbia comportato la deroga di alcuni diritti fondamentali, le misure adottate sono temporanee e complessivamente proporzionate alla situazione del Paese”. (Pagina 22).
Tornando all’elezione di Zelensky, nel 2019 gli osservatori inviati nel Paese dall’OSCE (l’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) hanno dichiarato nel loro rapporto finale che le presidenziali sono state “competitive e le libertà fondamentali sono state generalmente rispettate” anche se non sono mancate critiche: “I candidati hanno potuto fare campagna elettorale liberamente, ma numerosi e credibili indizi di uso improprio delle risorse statali e di acquisto di voti hanno minato la credibilità del processo. Il panorama mediatico e la copertura della campagna elettorale hanno rispecchiato il predominio degli interessi economici nella vita pubblica e politica, e la campagna per entrambi i turni è stata priva di un vero dibattito su questioni di interesse pubblico”, hanno dichiarato gli osservatori. Nel 2019 al ballottaggio, Zelensky è stato eletto con il 73% dei voti.
Organizzare elezioni prima della fine della guerra non sarebbe comunque cosa facile, anche per il fatto che i centri abitati e le strutture civili sono state ripetutamente oggetto di lanci missilistici da parte russa e che molte località vivono sotto occupazione russa.
L’intervento di Trump su Zelensky è arrivato, fa notare la BBC, poche ore dopo che il Cremlino ha messo in dubbio la legittimità che Zelensky resti alla guida del Paese al termine del suo mandato. Un’affermazione che Mosca e lo stesso Putin hanno ripetuto più volte negli ultimi mesi.
Riferendosi alla situazione elettorale, Trump è apparso consapevole del fatto che si trattava di un’asserzione russa frequentemente utilizzata contro Zelensky, affermando nella sua conferenza stampa: “Non è una cosa russa, è qualcosa che viene da me, da altri Paesi”.
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Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky
Chi ha iniziato la guerra?
Parlando ai giornalisti, Trump ha respinto le lamentele di Kiev per l’esclusione dai colloqui tra Stati Uniti e Russia sulla fine della guerra e ha detto riferendosi all’Ucraina: “Non avreste dovuto iniziare. Avreste potuto fare un accordo”.
Quel verbo “iniziare” ha fatto saltare la mosca al naso a molti, anche nel partito repubblicano dello stesso Trump. In molti hanno infatti ricordato che è stata Mosca ad aver attraversato il confine con le sue truppe nel 2022 (Putin parlò, tra le altre cose, di “operazione militare speciale” per “denazificare” il Paese). Mercoledì, Mike Pence, vicepresidente di Trump durante il suo primo mandato, ha per esempio dichiarato: “Signor presidente, l’Ucraina non ha iniziato questa guerra. La Russia ha lanciato un’invasione brutale e non provocata che ha reclamato centinaia di migliaia di vite. La via per la pace deve essere costruita sulla verità”.
“Sono stati loro a iniziare la guerra nel 2014. Il nostro obiettivo è fermarla. E non siamo stati noi a iniziarla nel 2022”, aveva dichiarato per parte sua il presidente russo Vladimir Putin al conduttore statunitense Tucker Carlson nel febbraio 2024.
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Vladimir Putin e l'intervista di Tucker Carlson
SEIDISERA 09.02.2024, 18:27
Contenuto audio
Mosca, lo ricordiamo, ha però invaso il Paese il 24 febbraio dei 2022 e nel 2014 aveva annesso la Crimea. Un’annessione avvenuta dopo che il presidente filorusso dell’Ucraina, Viktor Janukovyc, era stato spodestato da manifestazioni di piazza filoeuropee.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/mondo/Ucraina-dieci-anni-dopo-la-rivolta-di-piazza-Maidan--1996421.html
Inoltre, la Russia ha appoggiato le forze indipendentiste nel Donbass, accusando Kiev di discriminazione e genocidio nei confronti dei russofoni. Dichiarazione che la Corte internazionale di giustizia dell’Aia (il principale organo giudiziario delle Nazioni Unite) ha respinto (qui la sentenza).
Dal 2021, la Russia ha poi iniziato ad ammassare truppe al confine per poi lanciare l’invasione all’inizio dell’anno seguente.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/mondo/Attacco-russo-in-Ucraina--704939.html
I sondaggi sulla popolarità di Zelensky
Martedì Trump, parlando dalla sua residenza di Mar-a-Lago (Florida) dopo che la sua delegazione statunitense aveva terminato i colloqui con la Russia, ha affermato che l’Ucraina deve tenere le elezioni perché il leader ucraino avrebbe un basso indice di gradimento dichiarando che la popolarità di Zelensky era scesa al 4%, senza tuttavia chiarire la fonte.
È vero che non è facile effettuare sondaggi affidabili in tempo di guerra, con buona parte della popolazione fuggita all’estero, ma sondaggi di tipo telefonico sono comunque stati compiuti in Ucraina negli ultimi anni.
Secondo l’Istituto Internazionale di Sociologia di Kiev, un sondaggio condotto questo mese ha rilevato che il 57% degli ucraini ha dichiarato di avere fiducia nel Presidente.
Tuttavia, questo dato è diminuito rispetto al 77% della fine del 2023 e al 90% del maggio 2022, suggerendo che il presidente abbia sì subìto un calo di popolarità, ma non ci sono fonti che attestino il 4% a cui fa riferimento Trump.
Secondo altri sondaggi, Zelensky sarebbe però in svantaggio rispetto al suo rivale più plausibile, l’ex capo dell’esercito Valery Zaluzhny, al primo turno di qualsiasi futura elezione, indicando che i due si affronterebbero in un ballottaggio.
https://rsi.cue.rsi.ch/info/mondo/Le-elezioni-come-tappa-verso-la-pace-in-Ucraina--2606214.html
Sulla scia dei commenti di Trump, alcuni media russi si sono lanciati in questa affermazione, citando un sondaggio condotto dal deputato ucraino e critico di Zelensky, Oleksandr Dubinsky, su Telegram, che avrebbe confermato la valutazione di Trump, scrive ancora la BBC.
Dubinsky è stato accusato di tradimento in Ucraina e di “operare per conto dell’intelligence russa”, cosa che lui nega.
Sostegno finanziario da parte degli USA e dell’Europa
Nel suo post di mercoledì, Trump ha pure dichiarato che Zelensky “ha convinto gli Stati Uniti d’America a spendere 350 miliardi di dollari” per “entrare” in una guerra che non avrebbe potuto vincere.
La CNN fa notare che questa cifra è lontana dalla realtà. Infatti, secondo il Kiel Institue for the Wolrd Economy, un think tank tedesco che segue da vicino il flusso degli aiuti bellici all’Ucraina considerato come una delle fonti più affidabili in materia, gli USA hanno finora promesso lo stanziamento di circa 124 miliardi di dollari in aiuti militari, finanziari e umanitari per l’Ucraina tra la fine di gennaio 2022, poco prima dell’invasione russa, e la fine di dicembre 2024; il think tank ha poi rilevato che gli Stati Uniti hanno concretamente stanziato finora circa 119 miliardi di dollari.
È possibile arrivare a totali diversi utilizzando diverse metodologie di conteggio, ma non c’è alcuna base apparente per la cifra di “350 miliardi di dollari” descritta da Trump, sostiene ancora la CNN, secondo cui l’ispettorato generale del governo statunitense che supervisiona la spesa per l’Ucraina ha per parte sua dichiarato sul suo sito web che “al 30 settembre 2024, i finanziamenti statunitensi per l’Ucraina ammontano a quasi 183 miliardi di dollari.
Trump, inoltre, ha poi più volte insistito su una presunta disparità tra l’ammontare degli aiuti all’Ucraina forniti dagli Stati Uniti e quelli erogati dall’Europa.
Martedì ha detto: “Penso che l’Europa abbia dato 100 miliardi di dollari e noi abbiamo dato, diciamo, più di 300 miliardi (di dollari)“. Mercoledì ha scritto: “Gli Stati Uniti hanno speso 200 miliardi di dollari in più dell’Europa”.
Tuttavia, sempre secondo i dati del Kiel Institute, l’Europa - l’Unione Europea più i singoli Paesi europei - aveva impegnato collettivamente fino a dicembre un totale di aiuti militari, finanziari e umanitari di circa 258 miliardi di dollari: una cifra di gran lunga superiore a quella degli Stati Uniti. L’Europa ha anche stanziato concretamente più aiuti militari, finanziari e umanitari (circa 138 miliardi di dollari) di quelli stanziati dagli Stati Uniti (circa 119 miliardi di dollari).
Gli Stati Uniti hanno un sottile vantaggio in una categoria particolare, quella degli gli aiuti militari concretamente stanziati, poiché hanno fornito circa 67 miliardi di dollari contro i 65 miliardi dell’Europa.
Una cifra che, tuttavia, non corrobora le dichiarazioni di Trump sul presunto gigantesco divario da lui descritto.
Fonti: oltre ai link inseriti nell’articolo, per redigere questo contributo sono stati consultati contributi analoghi redatti da BBC, CNN, France24 e The Guardian.
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