L'African National Congress ha vinto venerdì in Sudafrica le elezioni parlamentari per la sesta volta consecutiva dalla fine dell'apartheid, e Cyril Ramaphosa guiderà il paese per i prossimi cinque anni. Il partito fondato da Nelson Mandela, però, per la prima volta nella sua storia non ha raggiunto la fatidica quota del 60%, realizzando il peggior risultato dal 1994, a dimostrazione del segno lasciato dagli scandali di corruzione interni.
Tuttavia, Ramaphosa potrà contare su una solida maggioranza nel Legislativo e non sarà costretto a formare coalizioni grazie anche ai risultati deludenti delle altre formazioni politiche. L'Alleanza democratica, partito di orientamento liberale e formazione di riferimento della minoranza bianca, rimane il principale partito d'opposizione ma senza superare la soglia del 22%.
Le elezioni in Sudafrica
Telegiornale 08.05.2019, 22:00
Grande balzo in avanti invece dei partiti più radicali: gli Economic Freedom Fighters di Julius Malema, movimento di stampo comunista che mira all'esproprio delle terre dei bianchi per ridistribuirle ai neri e alla statalizzazione delle miniere, ha superato il milione di voti. Il Freedom Front Plus, partito nato per la tutela degli afrikaners (i discendenti dei coloni Boeri) dovrebbe riuscire a portare almeno cinque membri in Parlamento.
Il forte astensionismo e l'emorragia di voti sono un chiaro segnale per il nuovo presidente Ramaphosa: la pazienza dei suoi lettori è quasi terminata.