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L'America che non perdona

La vigilia di Quin, l’indomani della South Carolina e la ripresa delle esecuzioni capitali

  • 19.05.2021, 01:09
  • 20.11.2024, 20:24
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Texas, riprendono le esecuzioni

Telegiornale 18.05.2021, 22:00

Di: Massimiliano Herber 

Il coronavirus ha silenziato a lungo il tema della pena di morte negli Stati Uniti. Lo dicono i numeri (era dal 1991 che non vi erano così poche esecuzioni), l’ha evidenziato il clamore con cui sono state accolte due notizie di cronaca: l’appello pubblico di Quintin Jones, condannato a morte a Livingston, in Texas, e la decisione della Carolina del Sud di reintrodurre le fucilazioni per ovviare alla mancanza di medicinali per le iniezioni letali.

Effetto Covid

Il Telegiornale ne ha parlato con Robert Dunham, direttore esecutivo del Death Penalty Information Center, l’ONG che dal 1990 vigila e analizza l’evoluzione della pena capitale.

Nonostante la ripresa delle esecuzioni capitali, ci ha spiegato, gli USA stanno assistendo al declino dell’uso della pena di morte: “A metà degli Anni Novanta per tre anni consecutivi abbiamo avuto più di 300 condanne. Quest’anno sarà invece il settimo consecutivo in cui assistiamo un calo. E si tratta di un calo dell’85 per cento”.

Mutamenti sociali

Come spiegarlo? La prima ragione, risponde Dunham, è “la diminuzione del sostegno dell’opinione pubblica. Negli Anni Novanta l’80 per cento degli americani si dichiarava favorevole alla pena di morte. L’ultimo sondaggio Gallup parla di un sostegno diminuito del 25 per cento”.

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La statistica sulle esecuzioni capitali

  • Death Penalty Information Center/RSI

Sensibilità popolare che si traduce anche in scelte legislative. “Negli ultimi 16 anni, ci spiega Dunham, 11 stati hanno abolito la pena di morte. Oggi la maggioranza degli Stati americani hanno o abolito o sospeso le esecuzioni. Un terzo dei detenuti che si trova nel braccio della morte (ndr.: oltre 2'500) si trova in Stati dove i governatori hanno deciso di sospendere le esecuzioni”. L’ultimo stato, in ordine di tempo, a rinunciare alla pena capitale è stata la Virginia, il primo stato del Sud a farlo.

La mappa delle esecuzioni parla chiaro: “c’è un erosione geografica dalla pena di morte, spiega il direttore del Death Penalty Information Center, praticamente nessuno stato del Nord Est degli Stati Uniti contempla la condanna a morte; e uguale fenomeno sta avvenendo a Ovest. Negli ultimi sette anni non c’è stata un’esecuzione a occidente del Texas”.

La scelta della Carolina del Sud

C’è l’eccezione rumorosa delle Carolina. In South Carolina lunedì il Governatore Henry McMaster ha firmato il decreto per reintrodurre i plotoni di esecuzioni affinché le esecuzioni – sospese da ormai dieci anni – possano riprendere. Lo stop era stato causato dalla mancanza di medicinali per l’iniezione letale. “L’Europa aveva bandito l’esportazione di medicinali a questo scopo, racconta Dunham, e anche le principali case farmaceutiche si erano rifiutate di vendere farmaci per le esecuzioni”. Per questo i deputati della Carolina del Sud hanno votato in favore delle fucilazioni, una pratica che negli USA era stata interrotta nel 1977.

“Nel contesto geografico della pena capitale - dice severo il nostro interlocutore - vi sono alcune sacche nel Sud del Paese, soprattutto stati della ex Confederazione, in cui vediamo la ricerca continua, da parte dei procuratori, di pene severe, spesso a scapito dell’equità. Sono stati in cui vi è una storia di resistenza ai diritti civili dove e spesso assistiamo a un numero sproporzionato di condannati a morte afroamericani, coinvolti in casi con vittime bianche”.

La storia di Quin

A lasciare senza parole è l’intervista rilasciata da Quintin Jones, 42 anni, da venti condannato a morte. La sua richiesta di clemenza al Governatore del Texas, Greg Abbott, di commutare la pena nel carcere a vita è divenuta un fondo sul New York Times. Parla di quello che ha fatto, del suo percorso di rieducazione, dei ventidue anni in carcere e parla di perdono e giustizia, termini che spesso vengono messi in antitesi. Una testimonianza video commovente da vedere. Con una drammatica scadenza: l’esecuzione di Quintin è prevista domani, mercoledì 19 maggio.

In un Paese come gli Stati Uniti dove la “closure”, la chiusura della vertenza giudiziaria con l’avvenuta esecuzione, pare una pacificazione che sa di vendetta, le sue parole sono un colpo al cuore dell’America di oggi e di ieri.

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