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La “tassa di confine” fa discutere

La sanità italiana chiama alla cassa i frontalieri con un contributo compreso tra il 3 e il 6% dello stipendio - Il sindacato OCST: “Principio condivisibile, ma aliquota troppo alta”

  • 10 novembre 2023, 13:19
  • 2 maggio, 07:30
02:49

RG 12.30 del 10.11.2023: Il servizio di Anna Valenti sul contributo destinato alla sanità italiana

RSI Info 10.11.2023, 12:44

  • Immagine d'archivio Tipress
Di: RG/Valenti/Pa.St. 

Un contributo chiesto ai frontalieri per finanziare il sistema sanitario nazionale italiano. Lo prevede un articolo inserito nel testo della manovra finanziaria del 2024. L’indennità servirà a finanziare i bonus del personale sanitario e limitare la fuga verso la Svizzera. Se il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti la difende, l’opposizione promette battaglia. Il provvedimento è infatti già stato definito, dai critici, come una “tassa di confine”.

A far tanto discutere è l’articolo 49 del testo della legge di bilancio 2024 sul finanziamento del servizio sanitario nazionale che chiama alla cassa, appunto, anche i frontalieri, in particolare quelli che vengono definiti come “vecchi frontalieri” in base al nuovo accordo sulla fiscalità che sarà applicato all’inizio del prossimo anno.

Se la proposta in questione sarà approvata, anche i cosiddetti “vecchi frontalieri” dovranno versare alle regioni di provenienza una quota compresa tra il 3 e il 6% del salario netto percepito in Svizzera. Il contributo servirà, appunto, a sostenere il servizio sanitario. E ne beneficeranno in particolare medici e infermieri, con dei bonus che - come dice il testo della manovra - potranno raggiungere al massimo il 20% dello stipendio percepito.

La misura mira, come detto, a contrastare l’esodo di personale sanitario, ma soprattutto a rendere meno attrattivo il frontalierato. Un obiettivo, quest’ultimo, caro anche al Governo italiano per via di una grande desertificazione industriale.

Tra favorevoli e contrari

La norma è difesa dal ministro Giorgetti perché secondo lui metterebbe fine a un’ingiustizia: i frontalieri che non stipulano un’assicurazione sanitaria in Svizzera possono comunque usufruire del sistema nazionale italiano, ma in realtà non lo finanziano.

L’opposizione ritiene invece che la norma non sia costituzionale e accusa il Governo di voler semplicemente fare cassetta attraverso i frontalieri.

Il provvedimento fa discutere anche in Ticino. Secondo il sindacato OCST il principio è condivisibile, ma sono troppo alte le aliquote chieste ai frontalieri che lavorano in Svizzera.

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