Gli USA, per la prima volta, hanno annunciato lunedì una causa penale contro un paese straniero. Nello specifico si tratta della Cina, accusata di sistematico spionaggio informatico industriale ai danni di aziende americane attive nel settore dell’energia nucleare, solare e metalmeccaniche. Il portavoce della Casa Bianca aveva dichiarato lunedì che lo spionaggio informatico industriale “è inaccettabile e un qualcosa che non può essere tollerato, sia da parte della Cina che di altri Paesi”. Le accuse si rivolgono esplicitamente a cinque hacker militari cinesi, per attacchi avvenuti tra il 2006 ed il 2014 che avrebbero provocato danni per 400 miliardi di dollari.
Non è tardata una presa di posizione degli accusati: Pechino ha oggi convocato l’ambasciatore americano per una “solenne protesta” contro le accuse, definendole “assurde e fittizie”. Il governo cinese, come rappresaglia, ha anche annunciato la sospensione dei lavori dei gruppi di lavoro comune tra i due Paesi proprio sulla lotta al cyber-spionaggio.
ATS/ANSA/Gila