Dopo anni di ritardi, la Finlandia ha messo in servizio domenica il reattore nucleare di Olkiluoto 3. Lo ha annunciato il gruppo TVO, gestore dell'impianto di concezione franco-tedesca. La notizia è significativa perché coincide con l'allontanamento dall'atomo di altri Paesi, prima fra tutti la Germania, che al culmine di un processo in corso da una ventina di anni proprio alla mezzanotte di sabato ha detto addio alle sue ultime tre centrali, quelle di Isar 2, Neckarwestheim e Emsland. Il loro spegnimento era stato ritardato di qualche mese a causa della crisi energetica.
Quello di Olkiluoto 3, costruito da Areva e Siemens sulla costa sud-occidentale del Paese, è il reattore più potente d'Europa con i suoi 1'600 megawatt. Insieme agli altri due della medesima centrale, più vecchi e con la metà della potenza ciascuno, fornirà circa il 30% dell'energia del Paese. La Finlandia dispone di altri due reattori da circa 600 megawatt l'uno nella centrale di Loviisa.
Problemi tecnici e ritardi in Europa e in Cina
Si tratta di un EPR (reattore pressurizzato europeo), concepito per rilanciare l'atomo in Europa dopo la catastrofe di Chernobyl del 1986: è considerato, oltre che più potente, anche più sicuro. Dello stesso tipo ne sono stati messi in servizio due a Taishan in Cina, il primo dei quali per un problema tecnico è stato sconnesso dalla rete per oltre un anno dal giugno 2021 all'agosto 2022.
Il reattore di Flamanville nelle prime fasi della sua costruzione, nel 2009
Ma anche - e forse ancor più - in Europa la sua storia è stata segnata dagli intoppi tecnici. La costruzione in Finlandia è cominciata nel 2005 e la piena capacità operativa è stata raggiunta per la prima volta nel settembre scorso. Ancora a fine anno, tuttavia, durante un test di produzione una valvola di sicurezza di era rivelata difettosa. Non è andata meglio in Francia, dove a Flamanville si lavora dal 2007 ma l'avvio della produzione è stato rinviato più volte ed è ora fissato per il 2024.