Sono state scollegate dalla rete, come previsto, alle 23.45 le ultime tre centrali elettriche tedesche che funzionavano con l'energia nucleare.
Un giorno storico per il Paese, celebrato dai militanti anti-atomo con raduni in in diversi länder. "Ho iniziato a protestare contro il nucleare quando ero ventenne e oggi finalmente è arrivato il momento" ha detto ai microfoni della ZDF un'attivista intervitata davanti alla Porta di Brandeburgo a Berlino.
Ma non tutti plaudono. Carsten Müller, direttore dell'impianto Isar II ha affermato: "Siamo legati a questo impianto, amiamo la nostra industria e chiuderla è molto difficile".
Gli impianti ancora attivi avrebbero dovuto essere spenti l'anno scorso, ma la guerra in Ucraina e la crisi nell'approvvigionamento di gas dalla Russia hanno spinto le autorità a posticipare il passo. Ancora nel 2022 il nucleare copriva il 6% del fabbisogno energetico tedesco.
Lo smantellamento delle centrali durerà diversi anni e al momento il governo non sa ancora dove stoccherà le scorie. "Vogliamo trovare una sistemazione nel sottosuolo che sia sicura per milioni di anni e che rispetti tutte le leggi", spiega il presidente della compagnia federale per lo stoccaggio delle scorie radioattive Stefan Studt.
In Europa 167 reattori nucleari sono ancora attivi; oltre 50 nella sola Francia. Quattro si trovano in Svizzera.