La Polonia che non vuole sentire parlare di un'uscita dall'UE ha riempito le piazze di Varsavia (circa 100'000 persone solo nella capitale, secondo i media locali) e, tra sabato e domenica, di altre 120 località del Paese. Il motivo? Protestare contro la brusca virata nazionalista impressa dalla Corte Costituzionale e cavalcata dal Governo conservatore, sempre più in rotta di collisione con Bruxelles, che rischia di portare il Paese fuori dall'Unione Europea. Eppure, i sondaggi recenti, confermano che oltre l'80% della popolazione è a favore dell'adesione all'UU.
A Varsavia negli ultimi giorni l'atmosfera è diventata elettrica dopo la sentenza senza precedenti dell'Alta Corte, che ha sancito il primato delle leggi polacche su quelle comunitarie. Lo schiaffo ai trattati ha provocato la reazione preoccupata della Commissione, esacerbando lo scontro, sullo stato di diritto, con i populisti che governano la Polonia dal 2015.
Il primo ministro Mateusz Morawiecki ha tenuto il punto, affermando che "il ruolo dell'UE è sostenere lo sviluppo dei Paesi, non di imporre idee contrarie alla loro storia e identità e soluzioni legali incompatibili con il loro ordinamento giuridico".
Questa volta però l'opposizione ha deciso di dare un segnale chiamando i cittadini pro-europeisti a manifestare contro la deriva sovranista. "Io resto nell'UE", è stato uno dei principali slogan scanditi nelle piazze gremite.
"Vogliamo una Polonia indipendente, europea, democratica, rispettosa della legge e giusta. Questi principi sono oggi schiacciati da un potere privo di coscienza e moralità", ha scandito il promotore dell'iniziativa Donald Tusk. "Vogliono uscire dall'UE, violare i diritti dei cittadini", è stato il duro attacco d'accusa dell'ex presidente del Consiglio europeo e leader di Piattaforma Civica nei confronti del Governo del partito Diritto e Giustizia, espressione del potente leader sovranista Jarosław Kaczynski.
Scontro tra UE e Polonia
Telegiornale 07.10.2021, 22:00