La capsula spaziale Starliner, sviluppata dalla Boeing per la NASA, ha toccato terra domenica. Era stata lanciata solo due giorni fa, il 20 dicembre, per un volo di prova senza equipaggio diretto alla Stazione spaziale internazionale (ISS), ma per un problema al timer di bordo la navetta stava utilizzando troppo carburante ed è stato necessario deviarla su un'orbita di sicurezza, diversa da quella prevista.
La missione doveva durare otto giorni, il tempo del viaggio di andata e ritorno proprio dalla ISS, e doveva essere una prova generale per la ripresa dei voli con equipaggio da parte degli Stati Uniti nel 2020, interrotti da quando la gli Space Shuttle sono stati abbandonati nel 2011.
Per la NASA quello avvenuto oggi è stato comunque un primato: "È il primo atterraggio di una capsula costruita dagli Stati Uniti per trasportare astronauti", si legge in un tweet dell'Agenzia spaziale americana.
La manovra di rientro della Starliner è avvenuta senza problemi al primo tentativo: dopo l'ingresso in orbita i tre paracadute bianchi, rossi e blu si sono aperti al momento giusto per rallentare la discesa e, poco prima di toccare il suolo, lo scudo protettivo si è sganciato come previsto in modo da lasciare l'airbag libero di gonfiarsi per attutire l'impatto nel momento in cui la capsula si è posata a terra, nell’area del White Sands Space Harbor in New Mexico.