Le terre rare sono materie prime indispensabili per la costruzione di moltissimi prodotti tecnologici e la Cina fa la parte del leone nella loro produzione. Una posizione che in futuro, visto l'acuirsi delle tensioni con l'Occidente, potrebbe usare a suo vantaggio.
La Cina, sottolinea Guido Alberto Casanova, ricercatore dell'Istituto per gli studi di politica internazionale di Milano, ha quasi un monopolio sull'estrazione delle terre rare, ma è anche un passo avanti nel campo della produzione dei derivati. I Paesi occidentali stanno cercando di creare una filiera alternativa, una possibilità nata però dalla volontà di Pechino di esternalizzare in parte la produzione perché, spiega Casanova, è molto inquinante e il costo sociale per le comunità locali è molto alto.
Terre non poi così rare
Le terre rare, nonostante il loro nome, non sono così difficili da trovare. La Cina possiede il 36% di tutti i depositi mondiali, ma nella produzione di minerali sale a oltre la metà di quella globale e a oltre l80% per quanto riguarda raffinazione e progettazione. Una situazione, spiega Casanova, che nasce da una politica industriale di Pechino, ma anche la volontà, negli scorsi decenni, dell'Occidente di delocalizzare questa produzione, dal costo ambientale e sociale elevato, verso altre regioni.
Riciclare invece di estrarre
Sostenibilità e terre rare: l'intervista ad un esperto tedesco
SEIDISERA 05.08.2022, 20:18
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Una soluzione per ridurre una possibile dipendenza, ma anche l'inquinamento legato all'estrazione, è quello del riciclo, suggerisce Simon Harst, esperto di produzione industriale della Fraunhofer-Gesellschaft, organizzazione tedesca che riunisce 60 istituti di scienza applicata. Riciclare i materiali presenti nei rifiuti elettronici, ma anche trovare il modo di facilitare la possibilità di rimettere a nuovo un apparecchio invece che sostituirlo. Dei processi che presentano molte sfide e richiederanno tempo per essere messi in atto.
Interesse strategico
Riciclare le terre rare non è solo negli interessi dell'ambiente e della società, ma dei governi stessi. Questi materiali hanno infatti anche molte applicazioni nel campo militare e negli ultimi mesi dell'amministrazione Trump il Pentagono aveva stanziato un credito da 30 milioni di dollari per incentivare al ricerca e lo sviluppo di tecnologie per il riciclaggio delle terre rare, ricorda Casanova. Un impegno che sotto l'amministrazione Biden si è espanso al Dipartimento dell'energia, che sta iniziando a finanziare progetti simili.
Cosa sono le terre rare
Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi della tavola periodica: scandio, ittrio e i 15 lantanidi, con cui condividono molte proprietà. La denominazione "terre rare" deriva non tanto dalla loro frequenza, sono piuttosto abbondanti nella crosta terrestre, quanto dalla difficoltà di trovare giacimenti abbastanza grandi da essere redditizi e soprattutto alla difficoltà di estrazione. Utilizzate dalla seconda metà del '900, provenivano inizialmente da India e Brasile, poi dal Sudafrica e quindi dagli Stati Uniti, finché non è stata la Cina ad imporsi quale fornitore dal 1985. La loro importanza è legata alla rivoluzione tecnologica e alla transizione energetica degli ultimi decenni. Sono presenti nelle batterie delle auto elettriche, nei pannelli fotovoltaici di ultima generazione, nei televisori, nei cellulari: negli iPhone, per esempio, se ne trovano ben 16. Estrarle è particolarmente inquinante, sia per le sostanze utilizzate che per i rifiuti che produce.