Il presidente eletto Donald Trump (che giurerà domani, lunedì) ha in questi giorni lanciato la sua criptovaluta: è un cosiddetto “meme coin” che si chiama $TRUMP. E sta già correndo: la valuta digitale è passata da 6 a 67 dollari, raggiungendo una capitalizzazione di mercato di 13,2 miliardi di dollari. Secondo il sito web della moneta, sono stati emessi circa 200 milioni di gettoni digitali e altri 800 milioni saranno rilasciati nei prossimi tre anni. Lo stesso sito che li vende precisa che sono da intendersi come espressione di sostegno e non come opportunità di investimento.
“Siamo estremamente orgogliosi di quello che continuiamo a fare nel settore del cripto. È solo l’inizio”, ha detto trionfante Eric Trump. Non è una novità, proprio insieme ai suoi tre figli - Eric è uno di questi - a novembre Trump ha fondato la sua piattaforma di criptovalute e investimenti chiamata World Liberty Financial. Anche il miliardario tecnologico Elon Musk, che Trump ha nominato consulente del governo, è un appassionato di criptovalute.
Il lancio a 48 ore dall’insediamento ha esposto Trump a molte critiche per la “voglia” di capitalizzare sulla presidenza e per un possibile conflitto di interessi. Il presidente che giurerà domani (lunedì) ha infatti riferito a più riprese durante la campagna elettorale di voler introdurre regolamenti favorevoli alle criptovalute e ha scelto dei sostenitori di queste ultime per le posizioni chiave del suo governo. Un cambio di pensiero radicale, viste le precedenti dichiarazioni.
I gettoni sono commercializzati con un’immagine di Trump che tiene il pugno alzato sovrapposto alla parola “Fight” ripetuta per tre volte, un riferimento alla risposta di Trump poco dopo l’attentato durante un comizio politico a luglio 2024.
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