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La crisi di Londra a quattro anni dalla Brexit

Le conseguenze per l’uscita del Regno Unito dall’UE sono sempre più tangibili, in particolare nel settore finanziario, che ha subito un importante ridimensionamento

  • 31 gennaio, 20:41
  • 31 gennaio, 21:03
Di: TG/RSI Info

A quattro anni dalla Brexit (scattata ufficialmente il 31 gennaio 2020) le conseguenze per il Regno Unito sono sempre più tangibili, in particolare nel settore finanziario, che ha subito un importante ridimensionamento.

Il cielo è grigio sui grattacieli della City. Fino a poco tempo fa Londra rivaleggiava con New York per il primato mondiale; oggi viene insidiata da Parigi, e non solo, per restare l’hub finanziario più importante del Continente. “Negli ultimi anni c’è stato senza subbio un grande cambiamento. La Brexit ha portato alla svalutazione del listino azionario di Londra. Abbandonata da alcuni attori globali, a tutto vantaggio delle borse statunitensi, sempre più dominanti, ma anche di quelle asiatiche, principalmente Hong Kong e Singapore”, spiega Neil Wilson, della società Finalto.

Se gli scenari più catastrofici, ipotizzati prima del voto per l’uscita dall’Unione Europea, non si sono avverati, ormai è unanime convinzione che anche il settore finanziario stia pagando le conseguenze dolorose della Brexit. “Basta guardare il mercato azionario di Londra oggi, che rappresenta circa il 4% del valore totale delle azioni scambiate in tutto il mondo. Fino a 10 anni fa questo dato si aggirava attorno al 10%. È evidente che c’è stato un netto declino”, dice Russ Mould, di AJ Bell.

Un lento ma costante ridimensionamento, ancora in corso. “La Brexit è sempre stato un processo: I cittadini magari l’hanno intesa come un evento in sé, ma i suoi effetti si sentiranno ancora a lungo: nuovi accordi commerciali, nuove regole, la circolazione delle persone e dei capitali: è difficile immaginare quando ne verremo a capo”, sottolinea Russ Mould.

Lo scorso anno il governo ha presentato un pacchetto di riforme per attrarre nuovi capitali nella City, reduce dalla peggiore prestazione annuale dal 2010. Ma mentre i grandi operatori internazionali continuano sempre più a investire altrove, oggi il mercato azionario di Londra vale meno di una singola azienda come Apple. “È stata una rivoluzione: abbiamo visto un significativo spostamento di persone e capitali da Londra a Parigi e Francoforte, che stanno adottando un approccio sempre più aggressivo per aggiudicarsi quote di mercato della City”, dice Justin Cash, di Dow Jones.

Citi che, però, anche nelle difficoltà del momento, conferma la sua straordinaria capacità di adattamento. “Londra resta molto energetica, dinamica: è questo il fattore chiave perché - nonostante tutto – rimanga rilevante a livello internazionale, il miglior posto in Europa per gli investimenti tecnologici e le startup”, dice Neil Wilson.

Uno spirito di resilienza che porta con sé, verso il futuro, tante speranze quante incertezze.

La Brexit fa male

Telegiornale 26.01.2023, 21:00

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