Le "calunnie" nei confronti della moglie hanno "rafforzato la mia volontà di arrivare all'Eliseo": chiamato in causa dal settimanale satirico Canard Enchainé in quello che è già stato battezzato il Penelopegate, per l'assunzione la moglie in qualità di assistente parlamentare, François Fillon si è difeso questa sera (giovedì) su TF1, affermando che non intende rinunciare alla candidatura alla presidenza francese.
Il vincitore delle primarie del centrodestra ha detto che l'impiego della compagna di vita "è reale e non fittizio", che risale al 1981 anche se è stato reso ufficiale solo nel 1997 e che le dichiarazioni fiscali lo attestano. Anche i suoi due figli, avvocati, sono stati alle sue dipendenze e regolarmente remunerati quando era senatore per la Sarthe, ma nessun membro della famiglia figura più sul libro paga dal 2013. D'altra parte, ha insistito, ai parlamentari è messo a disposizione un budget fisso per i loro collaboratori e possono servirsene a piacimento.
Penelope Fillon ha ricevuto nel tempo anche 100'000 euro dalla Revue des deux mondes di Marc Ladreit de Lacharrière, amico di Fillon. Anche in questo caso, ha insistito l'ex premier, quale compenso di compiti effettivamente svolti.
pon/AFP/Reuters