Il 7 dicembre, a Milano, fa rima con Prima della Scala, ma non quest'anno. Le misure anti Covid hanno infatti costretto la dirigenza del famoso teatro a optare per il piano B, cancellando l'opera che avrebbe dovuto inaugurare la stagione lirica, e sostituendola con uno spettacolo di musica e danza, trasmesso in diretta tv e in mondovisione. Il tutto rigorosamente senza pubblico.
Porte sbarrate, piazzale deserto: un 7 dicembre inimmaginabile per la Scala, orfana di pubblico e del celebre debutto della stagione lirica. Una tradizione interrotta solo nel 1943, a causa della guerra, e che oggi si ripete per motivi diversi, privando i milanesi di un evento simbolo della loro città.
Fra gli appuntamenti culturali più attesi e amati di Milano, la Prima è da sempre sinonimo di mondanità, e in tempi forse meno recenti l'occasione per incontrare celebrità internazionali. Serate memorabili. Ricordi che nell'anno del Covid riecheggiano fra i palchi e il foyer deserti del teatro, che ha comunque voluto dare un forte segnale in questo sconsolato 7 dicembre, organizzando un galà di danza e musica. Gli applausi, ricompensa di tanta fatica, sono solo rimandati.
Scala, prima senza pubblico
Telegiornale 07.12.2020, 21:00
Parata di stelle e realtà aumentata
L'avvio è stato dedicato ai lavoratori del teatro che hanno "occupato" il palco, cantando l'inno di Mameli. Poi una parata di stelle, con 24 fra i cantanti lirici più famosi che hanno eseguito alcune delle arie più conosciute. Ogni aria ha avuto una propria scenografia e ciascuna "diva" un vestito firmato da grandi stilisti italiani.
Le immagini di Pertini, Mandela e Gandhi
Scenografie di realtà aumentata, come il vortice di piume ne "La donna è mobile" interpretate da Grigolo, le immagini di Pertini, Mandela o Gandhi mentre Domingo canta Andrea Chenier o una vera e propria piscina d'acqua che allaga il boccascena per Rigoletto, Andrea Chenier, Madama Butterfly e l'Habanera di Carmen interpretata da Marianna Crebassa in abito scarlatto, o il treno innevato del Don Carlo, con le interpretazioni di Ildar Abdazakov e Ludovic Tezier. Scenografia che il regista Davide Livermore ha ripreso dalla sua regia scaligera di Tamerlano.
Livermore: "Politica sappia, cultura prima industria del Paese"
"Tremonti ha detto che con la cultura non si mangia, un atto di risiko politico per spostare dei voti" ma "ora siamo oltre e tutto l'arco costituzionale deve capire che questa è la prima azienda del Paese" e non dare "numeri a c... per vincere le elezioni". "I più grandi artigiani sono qui, dietro al palco. Gente che ha studiato e studia, e studiare non vuol dire fare il simpatico suonando campanelli o andare al grande Fratello": è un fiume in piena il regista Davide Livermore, che non risparmia strali a una certa politica, che si fa vanto (invece di vergognarsi) del disprezzo per la cultura.
Livermore lo chiama tranche agonistico ma tutto ha lo scopo di passare il suo messaggio: "Da qui si riparte per ricordarci che valore ha la cultura per il pubblico italiano. Questo spettacolo è un atto di militanza per ricordare che la parte civile del nostro Paese è data dalla sua prima azienda, la cultura. Che il luogo migliore dove trovare una memoria che ci dice chi siamo e dove andiamo e questo è la Scala".
"La Scala c'è, è in piedi e vuole andare avanti": è soddisfatto il sovrintendente della Scala, Dominique Meyer, della "straordinaria" prima di questa sera, realizzata in sei giorni, con artisti di tutto il mondo. "Abbiamo tutti desiderio di trovare spettatori in platea e nei palchi, i musicisti in buca e i cantanti sul palco perché abbiamo bisogno di essere insieme", ma finché non si può "ricerchiamo soluzioni".