C’è una donna che consce bene l’orrore di cui è capace l’essere umano. Questa donna si chiama Vera Vigevani Jarach. Nata nel 1928 a Milano, da una famiglia di origine ebraica, sfuggirà alla Shoah scappando in Argentina dopo le leggi razziali del 1938. Un capitolo nero della storia del secolo scorso, e non l’unico per lei. Il nonno di Vera fu deportato ad Auschwitz, e non tornò mai più. Ma nella nuova vita di Vera, in Argentina, si sarebbe presto scritto un nuovo, triste racconto. Forse il peggiore, perché il destino aveva deciso di essere ancora una volta crudo e spietato, sottraendole l’unica figlia, Franca, scomparsa a 18 anni sui voli della morte del generale Videla dopo il golpe militare del ’76.
Le madri di Plaza de Mayo
Il dolore delle dittature che ha conosciuto Vera Jarach, diventata una delle coraggiose madri di Plaza de Mayo, e che non a caso viene descritta come una “militante della memoria”, non le ha tolto la forza di credere e lottare per un mondo più giusto e più vero. “Credo molto nei giovani - spiega ai microfoni della RSI - e nel potere della verità e del ricordo. Solo così si può mettere fine all’odio, che sta alla base di vecchi e nuovi fascismi”.
L'intervista integrale a Vera Vigevani Jarach, di Paola Nurnberg
RSI Info 24.03.2021, 19:16
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