La situazione critica degli ospedali nella Striscia ha preso il sopravvento sabato nel racconto della guerra tra Israele e Hamas. Da una parte spiccano le critiche giunte dalle Nazioni Unite: “Niente giustifica atti di guerra contro strutture sanitarie”, ha dichiarato il responsabile degli aiuti umanitari dell’ONU, Martin Griffiths. “Non può esserci - ha proseguito - alcuna giustificazione per atti di guerra in strutture sanitarie, lasciando queste ultime senza elettricità, cibo o acqua e sparando a pazienti e civili che cercano di fuggire. È immorale, disdicevole e deve terminare. Gli ospedali devono essere posti di grande tutela e coloro che ne hanno bisogno devono potersi fidare di essi come luoghi protetti e non di guerra”, ha detto Griffiths, citato dal Guardian.
Da parte sua, invece, Israele nega attacchi diretti: “Non ci sono sparatorie e non c’è alcun assedio” all’ospedale al-Shifa di Gaza City”. Lo scrive su X Moshè Tetro, responsabile del Cogat, l’ente militare di governo israeliano dei Territori. “La parte est dell’ospedale resta aperta” per chi voglia uscire, spiega Tetro, aggiungendo che ci sono combattimenti vicino all’ospedale tra soldati israeliani e miliziani di Hamas.
Un concetto ribadito, nella serata di sabato dal portavoce dell’IDF, Daniel Hagari: “Nelle ultime ore è stata pubblicata la falsa notizia che stiamo circondando l’ospedale al-Shifa e che lo stiamo attaccato. È falso. Stiamo combattendo con terroristi che scelgono di farlo proprio accanto all’ospedale”, ha detto, citato da Haaretz.
Israele: “Hamas ha trasformato gli ospedali in fortini”
Nella mattinata di sabato, un portavoce militare israeliano, in un colloquio con la stampa estera, ha detto che diversi ospedali di Gaza “devono essere evacuati per consentire all’esercito di affrontare Hamas, che li ha trasformati in postazioni fortificate”. “Da settimane - ha detto - facciamo forzi per evacuare gli ospedali, che sono divenuti posti molto pericolosi”. Portando ad esempio l’ospedale Rantisi, il portavoce ha precisato che per tre giorni consecutivi, prima della sua evacuazione, l’esercito ha fatto ricorso “a telefonate e volantini” per indurre i civili ad allontanarsi.
A corollario della situazione critica all’ospedale al-Shifa, il principale di Gaza, rimasto senza corrente elettrica, né internet, né acqua né forniture mediche, nel pomeriggio di sabato è circolata notizia della morte di due neonati prematuri a causa delle interruzioni di elettricità. “Possiamo riferire che l’unità di terapia intensiva neonatale ha smesso di funzionare. C’è un rischio reale per la vita di altri 37 neonati prematuri”, ha dichiarato un gruppo di medici israeliani in un comunicato diffuso da Physicians for Human Rights Israel. In un secondo tempo, la stessa organizzazione ha corretto la notizia, parlando di un solo neonato morto: “Non abbiamo - ha detto la portavoce - dottori che stanno lavorando nell’ospedale. L’informazione si basa su quanto raccontano due medici della struttura con cui siamo in contatto”.
La notizia ha comunque avuto un forte impatto, tanto che sabato in serata, sempre Daniel Hagari, portavoce delle forze armate israeliane ha detto che domenica i militari aiuteranno ad evacuare i neonati dall’ospedale al-Shifa. “Il personale ci ha chiesto di aiutare i bambini del reparto pediatrico a raggiungere un ospedale più sicuro. Forniremo l’assistenza necessaria”.