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La vendetta di Trump su Liz Cheney

La repubblicana che ha votato per l'impeachment perderà quasi certamente le primarie in Wyoming - Lisa Murkowski in Alaska dovrebbe salvarsi

  • 16 agosto 2022, 17:11
  • 20 novembre, 15:16
03:10

RG 12.30 del 16.08.2022 La corrispondenza di Andrea Vosti

RSI Info 16.08.2022, 14:45

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Di: AFP/AP/pon 

Favorevole all'impeachment al quale Donald Trump è riuscito a sfuggire e parte del comitato di inchiesta sui fatti del 6 gennaio 2021, Liz Cheney si appresta a subire la vendetta dell'ex presidente degli Stati Uniti e a uscire di scena dalla politica nazionale, il che ridurrebbe al lumicino anche ogni speranza di successo di una eventuale candidatura alle prossime presidenziali.

La figlia dell'ex vicepresidente Dick Cheney, 56 anni, stando ai sondaggi uscirà battuta di oltre 20 punti dalle primarie repubblicane di martedì nel Wyoming, in cui si decide chi rappresenterà il partito alle elezioni di metà mandato in novembre. A spuntarla dovrebbe essere Harriet Hageman, avvocatessa cresciuta in un ranch e fedelissima del magnate, tanto da appoggiare la tesi secondo la quale la vittoria di Joe Biden nel 2020 è frutto di un furto.

Il Wyoming è uno Stato rurale che nel 2020 ha votato nella misura del 70% per Donald Trump

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Da quando è diventata una nemica giurata di Trump, Cheney è stata oggetto di attacchi verbali continui e diretti da parte dell'ex inquilino della Casa Bianca e ha subito minacce anche di morte. Vive di fatto sotto scorta, il che l'ha obbligata a condurre una campagna "fantasma", senza comizi ed eventi pubblici.

Le sue scarsissime speranze di successo sono legate ai voti... dei democratici che potrebbero decidere di appoggiarla e che in base alle leggi locali hanno il diritto di pronunciarsi. Ce ne sono pochi, però, nello Stato che più di tutti ha scelto Trump alle ultime elezioni: Biden vi ottenne solo il 26% dei suffragi.

Secondo Terry Sullivan, stratega della campagna del senatore Marco Rubio nel 2016, Cheney non sta più lottando per confermare il suo seggio, "ormai irrimediabilmente perso", ma per influenzare la direzione politica dei repubblicani. Il suo problema, d'altra parte, non sono certo le sue posizioni politiche, saldamente conservatrici, quanto la "slealtà" nei confronti di Trump. E a nulla sembra servita nemmeno la discesa in campo dell'illustre papà: l'ex vice di George W. Bush, in un video, definisce il magnate "l'individuo che nella storia ha costituito la più grande minaccia per la nostra repubblica".

I candidati sostenuti da Donald Trump sono usciti generalmente vincitori dai duelli in casa repubblicana

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Il partito appare ora sempre più saldamente nelle mani dei trumpiani: dei 10 deputati alla Camera che votarono per la destituzione, una parte non si ricandida e solo due hanno superato lo scoglio delle primarie. Cheney sarebbe la terza. Gli altri sono stati sconfitti dai candidati sostenuti dal magnate, dall'Arizona alla Pennsylvania passando per la Georgia.

La corsa in Alaska

Al Senato furono invece sette i pro-impeachment e solo Lisa Murkowski rimette in gioco la sua poltrona in questa tornata, in Alaska. Anche nello Stato più settentrionale del Paese - lui pure saldamente repubblicano - le primarie si tengono martedì, ma secondo un sistema diverso.

La senatrice Lisa Murkowski rappresenta l'Alaska a Washington da quasi 20 anni

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I primi quattro candidati, indipendentemente dal partito, saranno in corsa in novembre. Murkowski, fautrice della politica del compromesso e a Washington da quasi 20 anni, ha 18 rivali, la più pericolosa delle quali è la trumpiana Kelly Tshibaka.

Sarah Palin è stata governatrice e candidata alla vicepresidenza

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I cittadini dell'Alaska votano anche per il secondo seggio senatoriale, quello lasciato libero dal decesso dell'88enne Don Young, che li ha rappresentati per 49 anni. In questa corsa, oltre che in quella per un posto alla Camera, si rivede anche Sarah Palin, che fu governatrice fra il 2006 e il 2009 e poi candidata alla vicepresidenza al fianco di John McCain. Anche lei gode dell'appoggio di Donald Trump.

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