Dilma Rousseff, accompagnata dal suo mentore e predecessore Luiz Inacio "Lula" da Saliva, dal cantatutore Chico Buarque e da una dozzina di ex ministri, s'è presentata in Senato a Brasilia, lunedì, per difendersi dalle accuse di che ne vuole la destituzione, dicendosi vittima di un processo ingiusto e arbitrario.
"Sono venuta per guardarvi negli occhi e dirvi che non ho commesso alcun crimine", ha dichiarato la presidente, ricordando d'essere stata eletta da 54 milioni di concittadini. "Siamo a un passo da una grave rottura istituzionale e dalla concretizzazione di un autentico colpo di Stato", ha ammonito. "Votate contro l'esonero, votate per la democrazia", ha concluso.
L'Emiciclo si pronuncerà -a favore del defenestramento, secondo gli osservatori, martedì o mercoledì.
I suoi sostenitori fuori dal Senato
Nominata nel 2010,
prima donna a ricoprire la carica, da mesi l'esponente del Partito dei lavoratori respinge gli attacchi dei suoi detrattori
e denuncia l'esistenza di un complotto ai suoi danni, ordito dal principale beneficiario di questa presunta congiura, ovvero dal suo vice e ora rivale Michel Temer, politico di centro-destra, dal 12 maggio capo dello Stato a interim.
AFP/dg
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