L'Europa si sta mobilitando per far fronte al caso delle lasagne etichettate “con carne di manzo”, ma contenenti quella di cavallo. Nel vertice d’emergenza di ieri sera a Bruxelles si è parlato di condurre una raffica di controlli a tappeto: 4’000 test del DNA nel solo mese di marzo sui prodotti trasformati, a base di carne di manzo, in tutti gli Stati membri e sui cibi importati nell'UE.
Anche in Svizzera sono in corso controlli coordinati dall’Ufficio federale della sanità pubblica e dall’Associazione dei chimici cantonali. Domani se ne saprà di più.
Noi abbiamo parlato di questo tema con Valeria Cavalli , vicedirettrice del Laboratorio cantonale ticinese. In generale come sono organizzati i controlli sulle derrate alimentari?
Tutto il diritto alimentare si basa sul cosiddetto controllo autonomo. Quindi sono gli stessi operatori del mercato che hanno l’obbligo di garantire che le merci siano conformi alle esigenze legali. Il Laboratorio cantonale verifica che le aziende attuino questo controllo autonomo e inoltre verifica a campione i prodotti che giungono sul mercato.
I controlli a campione sono però in relazione soprattutto ai rischi per la salute dei consumatori, quindi non per un caso come quello delle lasagne con carne di cavallo?
Sì, la priorità viene sicuramente messa sulla sicurezza alimentare. Verifiche sulla tipologia della carne non vengono fatte di routine, ma vengono fatte unicamente in campagne mirate, con frequenze non regolari.
In questa situazione (le lasagne della Coop prodotte dalla francese Comigel) si tratta di prodotti provenienti dall’estero. Per la tenuta del sistema di controllo nel suo complesso è dunque fondamentale la regolamentazione europea?
Il sistema è uguale in tutta Europa. In tutti i paesi vale questo principio dell’obbligo del controllo autonomo. Funziona bene il sistema quando ogni autorità nel proprio ambito di competenza tiene sotto controllo le aziende.
L’accordo bilaterale tra Svizzera e Europa prevede che regolarmente, tutti gli anni, degli ispettori dell’UE vengano nella Confederazione. Vengono in sostanza a controllare i controllori: verificano le procedure dell’Ufficio federale della sanità pubblica e come i singoli laboratori cantonali operano sul territorio. Ogni missione si concentra su un determinato settore della filiera alimentare; in passato sono stati controllati i prodotti per i bambini, la filiera dei latticini, quella della carne, ecc.
L’episodio delle lasagne con la carne di cavallo è emerso un po’ per caso, si potrebbe dire…
Diciamo che è stato scoperto, e questo è un punto positivo. E non direi per caso. Sulla tempistica dobbiamo aspettare i risultati dell’indagine a livello europeo. Non so dopo quanto è stato scoperto l’inganno. Forse era la prima fornitura di questo tipo, ma qui siamo nel campo delle ipotesi.
A suo giudizio, come ha agito la Coop in questa situazione?
Il mio personalissimo giudizio è che l’azienda abbia reagito correttamente, celermente e in modo assolutamente trasparente. Come previsto dalla nostra legislazione.
E’ attualmente in discussione proprio una revisione della legge sulle derrate alimentari. Le associazioni dei consumatori denunciano l’intenzione di allentare le norme, per allinearsi sempre più all’UE, togliendo l’obbligo di dichiarare in etichetta il paese di produzione. Ciò comporterebbe un problema per i consumatori e per i controlli del laboratorio cantonale?
Per il laboratorio non cambierebbe molto, ma secondo me sarebbe una grossa perdita di informazione per i consumatori. Ritengo che la dichiarazione del paese di produzione sia importantissima, i consumatori hanno il diritto di sapere.
Mattia Coste
L’articolo 48, lettera h, della Legge federale sulle derrate alimentari punisce con una multa fino a 40'000 franchi chiunque, intenzionalmente, “fornisce indicazioni false o fallaci su derrate alimentari”.
La legge, che risale al 1992, è attualmente in fase di revisione. In gennaio la competente commissione ha approvato (per 17 voti a 2) le modifiche, dopo aver trattato più di 80 emendamenti. Il testo dovrebbe giungere in Consiglio nazionale ancora questa primavera. Uno dei punti più controversi, nella fase di consultazione, è risultato quello della pubblicazione dei controlli effettuati dagli ispettori sulle derrate alimentari.
Le associazioni dei consumatori denunciano un allentamento delle norme per allinearsi all’Unione Europea. La commissione preparatoria ha avallato il principio di non rendere più obbligatoria in tutti i casi la menzione del paese di produzione.
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Valeria Cavalli - I controlli in corso
RSI Info 14.02.2013, 18:53
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Valeria Cavalli - La legge ? efficace per casi come quello delle lasagne equine?
RSI Info 14.02.2013, 18:51