L'inviato speciale statunitense in Ucraina Kurt Volker si è dimesso dopo che venerdì era stato convocato dalle commissioni parlamentari che stanno indagando nell'ambito della procedura che potrebbe portare alla destituzione di Donald Trump per la telefonata con il suo omologo Volodymyr Zelensky del 25 luglio scorso (clicca qui per leggere la versione integrale della trascrizione).
Kurt Volker avrebbe messo in contatto l'avvocato personale dell'inquilino della Casa Bianca, Rudolph Giuliani, e uno stretto collaboratore del capo di Stato ucraìno. Da parte sua l'ex sindaco repubblicano di New York ha dichiarato che vuole testimoniare al Congresso sui suoi incontri con dirigenti ucraini ma che non lo farà senza aver consultato il presidente. Alla corrispondente di Sky News UK ha detto che il presidente "non ha fatto proprio nulla di sbagliato".
Le commissioni della Camera hanno emesso un mandato affinché il segretario di Stato Mike Pompeo, entro il 4 ottobre, fornisca al Congresso i documenti sulla scottante telefonata fra Washington e Kiev.
Intanto l'ex ministro degli esteri ucraino Pavlo Klimkin ha negato le affermazioni di Donald Trump secondo cui l'allora vicepresidente Joe Biden fece pressioni per far licenziare il procuratore generale ucraino Viktor Shokin per proteggere suo figlio Hunter da un'indagine. Ha riferito alla BBC che a insistere per il siluramento di Shokin nel 2016 - quando lui era capo della diplomazia ucraina - fu tutta la comunità internazionale, dalla UE agli Usa, e che non c'è "assolutamente" alcuna prova che la sua rimozione sia avvenuta per motivi diversi dalla corruzione.
Impeachment, lascia l'inviato USA in Ucraina
Telegiornale 28.09.2019, 14:30