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L'assedio di Sarajevo, 30 anni dopo

Il 5 aprile 1992 iniziava la guerra di Bosnia e l'attacco alla città che durò 4 anni - Le testimonianze di chi visse quei momenti

  • 05.04.2022, 14:57
  • 20.11.2024, 18:20
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Civili in fuga da Sarajevo nel 1993

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Di: Modem/Lofe/eb 

Il 5 aprile del 1992 era una domenica: quel giorno iniziava la guerra di Bosnia con il lungo assedio di Sarajevo da parte delle truppe serbo-bosniache. Furono 1'425 giorni di terrore, di resistenza, di fuga ma anche di speranza. La guerra contò più di 100’000 morti, scioccando il mondo con il dramma delle mine anti-persona che causarono 50’000 feriti. Più di 2 milioni di persone fuggirono dal Paese, 20’000 delle quali furono accolte in Svizzera.

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Assedio di Sarajevo, 30 anni dopo

Modem 05.04.2022, 08:30

  • Keystone

Prima dell'inizio del conflitto, la capitale si caratterizzava per la sua vivacità e multiculturalità, come ricorda ai microfoni di Modem Zaina Gafic Tocchetti, che ora vive a Bironico, ma che allora aveva 17 anni e abitava proprio a Sarajevo: "Io vivevo in un palazzo di 16 piani, con una media di 3-4 bambini per piano, e c'erano tutte e quattro le religioni: ebrei, musulmani, ortodossi e cattolici. Nessuno avrebbe mai pensato che sarebbe scoppiata la guerra, specialmente di quelle dimensioni e di quell'atrocità".

All'inizio degli anni '90, l'allora Jugoslavia iniziava a sfaldarsi. Nenad Stojanovic, oggi professore e politologo all'Università di Ginevra, nel 1992 aveva 16 anni e viveva a Sarajevo. Oggi ricostruisce quali erano state le avvisaglie: "Sicuramente il passaggio è stato graduale, la guerra non è arrivata da un giorno all'altro". Instabilità politica, difficoltà economiche ed emersione dei nazionalismi facevano da sfondo.

"Ero poco più di una bambina, ma abbastanza grande per capire che qualcosa stava accadendo - racconta ancora Zaina, che oggi è vicepresidente dell’Associazione culturale bosniaca “Bosona” - ma ero anche abbastanza piccola per credere ancora nelle favole, credevo non sarebbe mai successo in un Paese come la Bosnia finché non ho visto mio papà piangere”.

Anche Alma Karabasic nella primavera del 1992 aveva 16 anni, ma viveva nel nord-ovest del Paese. “Se ci ripenso, io non capivo quello che stava accadendo, con gli spari e le bombe, da un momento all’altro ero senza infanzia e senza adolescenza, oltre ai morti uccisi. Quando la nostra casa è stata bruciata ci hanno trasportati in un campo di concentramento con donne, bambini e anziani, i maschi, da 16 a 80 anni erano in un altro campo di concentramento, ancora più pesante del nostro”.

È possibile ascoltare le testimonianze integrali e la ricostruzione dei fatti di allora nella puntata di Modem del 5 aprile 2022.

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