È uscita martedì l’autobiografia di Edward Snowden, l’ex tecnico della CIA che, nel 2013, ha svelato un gigantesco piano di sorveglianza di massa da parte degli Stati Uniti. Le rivelazioni top secret di intercettazioni telefoniche e dati internet hanno portato all’incriminazione di Snowden e lo costretto a chiedere asilo politico in Russia per sfuggire all’arresto.
Come Chelsea Manning e Julian Assange, Edward Snowden appartiene così a quella categoria di cosiddetti whistleblower, informatori che violano segreti considerati di stato per denunciare abusi, veri o presunti, commessi dalle autorità.
Dick Marty
Queste persone vengono poi considerati eroi o traditori dall’opinione pubblica a seconda dei punti di vista. Dick Marty, che è stato relatore speciale per il Consiglio d’Europa sulle carceri segrete della CIA, li considera "né eroi né traditori, ma dei cittadini che hanno avuto il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di opporsi a delle manifeste ingiustizie".
"Credo che il grande merito sia aver lanciato il grande dibattito su queste sorveglianze di massa e sulla fragilità di tutto il sistema di comunicazione e di internet" – prosegue l'ex procuratore e consigliere agli Stati. "In questo senso Snowden è stato il successore di Daniel Ellsberg che a suo tempo rese pubblico il rapporto del Pentagono sulla guerra del Vietnam". Snowden ha violato delle leggi per denunciare delle violazioni da parte dello Stato, quale comportante è più deprecabile? "Indubbiamente quello dello Stato, da quale si pretende il rispetto assoluto delle proprie leggi", risponde senza esitazioni Marty, e la tutela della sicurezza nazionale "non è un motivo per giustificare l'aver spiato il telefono di Angela Merkel o di cittadini elvetici". Infine l'ostracismo subito oggi da Snowden a livello internazionale si spiega solo con "il non voler fare uno sgarbo agli Stati Uniti".