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Le Pussy Riot ambiscono alla politica

Nadezhda Tolokonnikova e Marija Aljochina vogliono fondare nel loro paese un'organizzazione per la liberazione dei prigionieri politici

  • 10 febbraio 2014, 15:25
  • 6 giugno 2023, 13:28
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Marija Aljochina e Nadezhda Tolokonnikova durante la conferenza stampa a Berlino

  • KEYSTONE

Nadezhda Tolokonnikova e Marija Aljochina, le due Pussy Riot imprigionate dopo la preghiera punk nella cattedrale di Mosca, e poi liberate grazie al programma di amnistia del presidente russo Putin, hanno annunciato alla Berlinale di voler entrare in politica nel loro paese.

"Zona del diritto"

Il primo passo, hanno dichiarato durante una conferenza stampa in vista di un gala dedicato al tema “Cinema for peace”, sarà quello di fondare un'organizzazione per la liberazione dei prigionieri politici in Russia che si chiamerà “Zona del diritto”.

Le giovani hanno approfittato dell’occasione per lanciare un appello a “combattere fino alla fine” e a “non aver paura di dire la verità e di rompere il silenzio”.

Il regime di Putin? Debole.

In seguito, attaccando Putin, hanno detto: “Si tratta di un regime debole, che non è in grado di riconoscere i suoi errori”.

Amnistia per pochissimi prigionieri politici

Infine, raccontando le pressioni subite dai loro avvocati e dalle loro famiglie, le ragazze hanno risposto a una domanda sull'amnistia: “È solo un modo che Putin ha trovato per ripulire la sua immagine a livello internazionale. In realtà, degli 863'000 prigionieri politici, soltanto un migliaio ha potuto goderne”.

Red.MM/ats/mrj

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