Mondo

Le mire espansionistiche di Trump

Le dichiarazioni controverse su Groenlandia, Canada e Canale di Panama del presidente eletto statunitense hanno suscitato reazioni e interrogativi

  • Ieri, 16:51
  • Ieri, 17:44
640496796_highres.jpg

La stampa americana si interroga ora su come interpretare le parole del presidente eletto, che sembrano oscillare tra il serio e il faceto

  • Keystone
Di: ANSA/YR 

Le recenti dichiarazioni del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump sulla volontà di annessione del Canale di Panama, della Groenlandia e del Canada hanno suscitato reazioni sdegnate da parte dei leader di questi Paesi. La stampa americana si interroga ora su come interpretare le parole del presidente eletto.

“Con le finalità della sicurezza nazionale e della libertà in tutto il mondo, gli Stati Uniti d’America sentono che la proprietà della Groenlandia sia una necessità assoluta”, ha detto domenica Trump. Il primo ministro groenlandese Múte Bourup Egede ha reagito affermando: “La Groenlandia è nostra. Appartiene al popolo della Groenlandia. Non siamo in vendita e non lo saremo mai”.

La stampa statunitense ricorda inoltre che, di recente, Trump ha fatto un’allusione estemporanea al Canada come al “51esimo Stato degli USA” e al suo attuale premier, Justin Trudeau, come al “governatore del Grande Stato del Canada”.

“Con Trump, le differenze fra proposte politiche serie e boutade retoriche fatte solo per attirare l’attenzione dei media o per galvanizzare la sua base non sono sempre chiare. In altri momenti, le sue provocazioni sono sembrate essere lo sparo di via nei suoi tentativi di concludere accordi”, commenta la CNN.

“Il Canada non diventerà parte degli Stati Uniti”, ma forse le frasi di Trump sono destinate probabilmente “a reclamare una vittoria sulle tariffe commerciali o una stretta sui controlli ai confini o altre cose simili”, dice l’esperto Stephen Farnsworth su “Time”.

Ieri anche il capo dello Stato panamense José Raúl Mulino ha reagito alla minaccia del presidente eletto degli Stati Uniti di voler “riprendere” il controllo del Canale di Panama. “Ogni metro quadrato del Canale e dell’area adiacente appartiene a Panama e continuerà a essere così”, ha affermato Mulino in una nota, pubblicata sulle reti sociali. “Sovranità e indipendenza non sono negoziabili”, ha aggiunto.

Lamentandosi per le tariffe “esorbitanti” per il passaggio attraverso il canale e sulla gestione dell’infrastruttura, Trump ha minacciato di chiederne la “restituzione” se i principi “morali e legali” non saranno rispettati. Gli Stati Uniti sono il maggiore cliente del Canale: il 70% delle merci che attraversano questa rotta provengono o sono destinate agli USA.

Il Canale di Panama è stato costruito dagli Stati Uniti, che lo inaugurarono nel 1914 e lo amministrarono fino al suo trasferimento a Panama il 31 dicembre 1999, come stabilito nel Trattato Torrijos-Carter firmato nel 1977 presso la sede dell’Organizzazione degli Stati americani (OSA).

01:39

Trump rivuole lo stretto di Panama

Telegiornale 23.12.2024, 20:00

Correlati

Ti potrebbe interessare