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Leopard 2 a Kiev, luce verde da Berlino

La Germania annuncia ufficialmente che ne fornirà 14 e dà il permesso anche agli altri Paesi di mandare i carri armati tedeschi in Ucraina

  • 25 gennaio 2023, 12:17
  • 24 giugno 2023, 03:54

Notiziario 14.00 del 15.01.2023 La corrispondenza di Walter Rauhe

RSI Mondo 25.01.2023, 15:15

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Di: RG/ATS/pon

La cancelleria tedesca ha ufficialmente autorizzato la fornitura di carri armati Leopard 2 all'Ucraina. "È una decisione in linea con la nostra politica", "stiamo agendo in stretta coordinazione con gli alleati", ha affermato il capo del Governo Olaf Scholz, citato in un comunicato diffuso poco prima di mezzogiorno di mercoledì. Un concetto ribadito poi davanti al Bundestag, insieme all'impegno a sostenere l'Ucraina ma impedendo un'escalationc che porti a un confronto diretto fra la NATO e la Russia. Decisiva per il passo compiuto da Berlino sarebbe stata l'intesa raggiunta martedì con gli Stati Uniti, che avrebbero accettato di mandare al fronte i loro Abrams (una trentina di mezzi, secondo quanto anticipa la CNN).

La Germania contribuirà in un primo tempo con 14 esemplari del modello A6, ha confermato il portavoce del Governo Steffen Hebestreit, dopo che Scholz aveva informato il suo Gabinetto della decisione. Ci vorranno circa tre mesi, secondo il ministro della difesa Boris Pistorius. Soldati ucraini verranno presto addestrati in Germania. L'obiettivo è quello di permettere a Kiev di costituire in tempi brevi due battaglioni equipaggiati con il blindato tedesco, ha precisato Hebestreit. Per questo Berlino autorizza ufficialmente anche gli altri Paesi in possesso di Leopard 2 a metterli a disposizione dell'Ucraina. C'è chi si è già fatto avanti, come la Polonia nei giorni scorsi (14 carri armati), i Paesi Bassi (18) e la Norvegia (da 4 a 8). Anche la Spagna e la Finlandia potrebbero partecipare, con modalità ancora da precisare.

Via libera ai Leopard tedeschi

Telegiornale 25.01.2023, 13:30

Per fare la differenza "ne serve un quantitativo a tre cifre"

Kiev aveva richiesto 300 carri armati in tutto e "certamente non basta un numero a due cifre, ce ne vuole sicuramente uno a tre cifre", afferma intervistato dal Radiogiornale della RSI il generale Vincenzo Camporini, ex capo di Stato maggiore della difesa italiana. "Diciamo che 120-150 carri possono fare la differenza sul terreno", spiega. La disponibilità negli arsenali europei è sufficiente, "ci vuole solo la volontà politica".

La caratteristica del Leopard 2 è quella di "essere stato progettato con grande lungimiranza sin dall'inizio e costantemente ammodernato. Ad esempio è in grado di sparare in movimento e consente agilità di manovra". Per l'impiego sul campo in Ucraina ha inoltre un vantaggio sull'Abrams statunitense, la cui "catena logistica è tutta da costruire".

L'invio di carri armati occidentali - vanno considerati anche i Challenger britannici - segna un cambio di passo, il superamento "di un limite che ci eravamo autoimposti" - spiega Camporini - e che ora viene abbattuto alla luce della situazione sul terreno, che vede i russi avanzare seppur lentamente nel Donbass. Mercoledì Kiev stessa ha ammesso la ritirata del suo esercito da Soledar, di cui Mosca aveva annunciato la conquista dieci giorni fa. Restano altre soglie, "come la gittata delle artiglierie e dei mezzi di lancio, perché si è voluto evitare di fornire a Mosca il pretesto di difendere il territorio nazionale. Io credo che questo rimarrà", dichiara il generale.

"Ora servono caccia"

Le richieste ucraine infatti potrebbero spingersi oltre e anzi già lo fanno, anche se non attraverso un canale ufficiale: in un'intervista all'emittente tedesca N-tv, il viceministro degli esteri Andriy Melnyk ha già dichiarato che "adesso abbiamo bisogno anche di aerei da combattimento F-16, F-35, Tornado e Eurofighter, oltre che di navi da guerra".

Mosca: "Bruceranno come gli altri"

All'invio di carri armati occidentali ha già reagito anche la Russia, definendolo "una decisione molto pericolosa" che non potrà che provocare un'ulteriore escalation del conflitto e richiamando la Germania alle sue responsabilità storica sul fronte orientale. Per Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, anche gli Abrams "bruceranno allo stesso modo degli altri" e i benefici per l'Ucraina del loro arrivo "è sovrastimato".

L'analisi del Generale Vincenzo Camporini

Telegiornale 25.01.2023, 13:30

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