Oltre 30'000 migranti sono stati liberati dai centri di detenzione per migranti in Libia. Lo ha detto il ministro degli esteri libico, Mohamed Taha Siala, al microfono della RSI a margine dell’Assemblea generale dell’ONU a New York.
“Possiamo garantire che i migranti sono al sicuro a Tripoli. Non vengono attaccati: né quelli che si trovano all’interno dei campi, né quelli al di fuori. Nei centri di detenzione ci sono circa 27'000 persone, ma la maggioranza è all’esterno. Si calcola che siano circa 750'000. Stiamo cooperando con l’Organizzazione internazionale per le migrazioni e altri per fare trovare loro asilo in paesi terzi o una possibilità di lavoro. Altrimenti noi in Libia garantiamo cibo, assistenza sanitaria e sicurezza finché non si riesce a rimandarli nei loro paesi d’origine con l’aiuto dell’Unione Europea”.
Pochi giorni fa l’Alto commissario ONU per i rifugiati Filippo Grandi aveva espresso gravi preoccupazioni per le condizioni miserabili di questi migranti. Ma chi può verificare? Avete un accordo con l’ONU per permettere ispezioni indipendenti?
“Sì hanno avuto accesso per le ispezioni e lo hanno tuttora. Questo lo posso garantire. Le agenzie dell’ONU stanno facendo sforzi per portare fuori le persone dai campi e mandarle altrove. Dopo il vertice in Costa D’Avorio è stata avviata una cooperazione tra Libia, Unione Europea ed Unione Africana per il rimpatrio dei migranti. Sia di quelli nei centri di detenzione, sia all’esterno. Abbiamo già rimandato nel loro paese d’origine quasi 30'000 migranti”.
RG/Red.MM