Il sorriso malcelato con cui si è presentato Vladimir Putin, al fianco di Donald Trump, alla conferenza stampa di chiusura del summit di Helsinki, già rivelava l’esito dei colloqui. Qualche minuto più tardi, sarebbero stati gli stessi due protagonisti a confermarlo. "Un grande successo", ha esordito il presidente russo; "faremo grandi cose assieme", gli faceva eco subito dopo Trump. Nessuna firma su accordi, nessuna promessa ufficiale. Ma un impegno, condiviso, a riaprire i dialoghi (frequenti) tra le due super-potenze. Che era l’unico ragionevole risultato atteso dal vertice.
Nessun accordo
Alla vigilia nessuno conosceva con esattezza, tanto meno con accuratezza, di cosa i due avrebbero parlato. Nelle quattro ore all'interno del Palazzo Presidenziale finlandese sembra che tutti i temi critici, che hanno incrinato i rapporti tra le due nazioni ("i peggiori rapporti dai tempi della Guerra Fredda, ma ora si cambia", Trump), siano stati toccati. Anche se non necessariamente risolti. Dalla Siria al ruolo dell’Iran, dal disarmo nucleare ("Abbiamo responsabilità che non possiamo trascurare", si è impegnato Putin), alla Crimea fino agli sconfinamenti russi in Ucraina ("Non abbiamo sempre la stessa opinione su questioni regionali", Putin).
Un'immagine scattata durante la conferenza stampa
Nessuna collusione
E ovviamente delle presunte ingerenze del Cremlino nelle elezioni presidenziali USA del 2016. Negate da Trump con ancor più fermezza di quanto non abbia fatto Putin. "E’ una vergogna anche solo che ci siano questi dubbi. Non c’è stata alcuna collusione russa con la mia campagna, ho battuto (Hillary) Clinton facilmente e nettamente", le parole del presidente Usa. Che alla vigilia del vertice aveva definito "stupide" le politiche passate (volute dal suo predecessore Barak Obama), che avevano finito per isolare la Russia. Ad Helsinki ha corretto, parzialmente, il tiro, con una chiamata di correità alla Russia. "Rappresentiamo il 90% della potenza nucleare, è assurdo che non ci siano rapporti diplomatici", ha ribadito Trump, complimentandosi con Putin per l’eccellente organizzazione della Coppa del Mondo appena conclusa, "una delle migliori di sempre".
Putin vincitore
Entusiasmo condiviso dal suo omologo, che dai commentatori di Mosca viene già indicano come il "vincitore morale" di questo vertice. Solo quattro anni fa, nel corso del G20 in Australia, il presidente della Russia era stato costretto a pranzare da solo, tale era la tensione con gli altri leader del vertice. Oggi gli sono stati concessi 90’ esclusivi di colloquio riservato con il presidente degli Stati Uniti, in una capitale a poche centinaia di km da casa sua. L’isolamento politico - suo e del suo paese - è ufficialmente finito.
Lorenzo Amuso