In Italia il Governo vuole ridurre le possibilità di concedere permessi umanitari ai migranti. In particolare eliminando la cosiddetta protezione speciale. Una decisione che ha fatto insorgere le associazioni umanitarie, ma anche i sindaci e i governatori delle regioni di centrosinistra.
Tema caldissimo quello della migrazione, riacceso dalle dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida (FdI) che martedì ha detto: "Non possiamo arrenderci all'idea della sostituzione etnica - sostiene il ministro - gli italiani fanno meno figli, quindi li sostituiamo con qualcun altro". Parole disgustose, ha replicato la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein. "Hanno il sapore del suprematismo bianco. Mi auguro che il Governo e Meloni prendano le distanze".
Lo scontro continuerà sul tema migranti e i nuovi limiti all’accoglienza, perché il Governo non fa passi indietro.
Ma di cosa si tratta esattamente? In Italia esistono 3 tipi di permessi per migranti. Lo status di rifugiato, per motivi politici, di razza o religione; la protezione sussidiaria, per chi ad esempio arriva da Paesi in guerra e la protezione speciale, che prevede tutele per almeno 2 anni per chi ha già forti legami in Italia e sarebbe in pericolo se espulso. Nel 2022 il numero di questo tipo di permessi è stato di oltre 10mila. Se il Governo li elimina, secondo diversi esperti, si elimina uno strumento per riconoscere i diritti. Per il Governo di Giorgia Meloni però, c’è stato un uso eccessivo e ingiustificato della protezione speciale. E ora vuole cambiare rotta.
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