Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha respinto domenica l'ultimatum lanciatogli da diversi paesi europei (Francia, Germania, Spagna, Gran Bretagna, Belgio e Portogallo), che gli davano otto giorni per convocare nuove elezioni, senza le quali avrebbe riconosciuto Juan Guaidò come legittimo capo dello Stato. "Nessuno può imporci queste condizioni", ha dichiarato Maduro in un'intervista a CNN Turk e in un messaggio al paese a reti unificate.
RG 18.30 del 27.01.2019 La corrispondenza di Emiliano Guanella
RSI Info 27.01.2019, 20:04
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Forte del sostegno internazionale (Stati Uniti, Canada e diversi paesi latinoamericani lo hanno riconosciuto subito), Guaidò ha deciso dal canto suo di accentuare la pressione, al termine di una prima settimana di proteste chiusa con un bilancio di 29 morti e oltre 350 arresti. Si attende l'annuncio della data, entro pochi giorni, di una nuova manifestazione.
"Continueremo fino alla fine dell'usurpazione", ha assicurato. Si sforza intanto di intaccare la fedeltà dell'esercito a Maduro, diffondendo il testo di una legge che garantirebbe l'amnistia a militari e funzionari che accettassero di sostenerlo. Guaidò ha anche lanciato un appello alle forze armate affinché non reprimano proteste pacifiche.