Qualsiasi intervento militare in Niger per riportare al potere il presidente Mohamed Bazoum, destituito da un golpe, sarebbe considerato "una dichiarazione di guerra contro il Burkina Faso e il Mali". Lo dichiarano i governi di Ouagadougou e Bamako in un comunicato congiunto, all'indomani dell'ultimatum della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas-Cedeao) che non esclude l'uso della forza se non verrà ripristinato l'ordine costituzionale.
I due Paesi "avvertono che qualsiasi intervento militare in Niger comporterebbe un ritiro del Burkina Faso e del Mali dall'Ecowas e l'adozione di misure di legittima difesa in sostegno alle forze armate e al popolo del Niger". Ougadougou e Bamako, inoltre, "rifiutano di applicare" le "sanzioni illegali, illegittime e inumane contro il popolo e le autorità nigerine" decise domenica ad Abuja, nel vertice dell'Ecowas.
In un comunicato separato, anche la Guinea, reduce anch'essa da un colpo di Stato, "esprime disaccordo sulle sanzioni previste dall'Ecowas, compresa quella dell'intervento militare" e "ha deciso di non applicare le sanzioni che considera illegittime e inumane". Conakry esorta infine "l'Ecowas a riconsiderare la sua posizione".
Notiziario 22.00 del 31.07.2023
Notiziario 31.07.2023, 22:10
Caos in Niger
Telegiornale 31.07.2023, 12:30