La Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale ha dato domenica un ultimatum di una settimana ai golpisti in Niger per il ripristino dell'ordine costituzionale e del Governo civile del presidente eletto Mohamed Bazoum, ora prigioniero. Il comunicato non esclude l'uso della forza se ciò non accadrà.
Il nuovo uomo forte Abdourahamane Tchiani
Lo hanno deciso i leader riuniti ad Abuja, in Nigeria. L'organizzazione ha anche deciso di imporre sanzioni economiche "immediate" al Niger. I rapporti commerciali sono stati sospesi, gli averi nelle rispettive banche nazionali sono congelati.
Pur privo di un mandato ufficiale da parte della Comunità, di cui il suo Paese non è membro, il presidente del Chad Aziz Mahamat Saleh si è intanto recato nel confinante Niger nel tentativo di mediare una soluzione alla crisi.
Manifestazione antifrancese a Niamey
Migliaia di sostenitori della giunta hanno manifestato in precedenza davanti all'ambasciata di Francia in Niger.
Qualcuno ha anche tentato di entrare nella sede diplomatica, prima che le forze dell'ordine si interponessero e disperdessero la folla con l'uso di lacrimogeni. Alcuni dimostranti sventolavano bandiere russe. Non è chiaro però quale sia l'orientamento del nuovo uomo forte Abdourahamane Tchiani, se voglia o meno lasciare i partner occidentali per orientarsi verso Mosca. I miliziani del gruppo Wagner sono già presenti nel vicino Mali.
Parigi ha reagito con fermezza all'accaduto e, ricordando che Niamey ha il dovere di proteggere l'edificio, ha minacciato di agire in difesa dei suoi interessi e della sicurezza dei suoi 500-600 cittadini nel Paese (insieme a 1'500 militari). Il golpe è stato condannato da tutto l'Occidente e l'Eliseo aveva deciso la sospensione dei suoi aiuti economici. Il Niger, 20 milioni di abitanti, è fra i Paesi più poveri del mondo anche se il suo sottosuolo è ricco di uranio. È inoltre luogo di transito sulle rotte dei migranti.
Notiziario 16.00 del 30.07.2023
Notiziario 30.07.2023, 16:10