La giunta che la scorsa settimana ha rovesciato il presidente eletto Mohamed Bazoum accusa la Francia di voler intervenire militarmente in Niger, all'indomani di un vertice degli Stati dell'Africa occidentale, che hanno adottato sanzioni economiche e fatto sapere di non escludere nemmeno loro l'uso della forza. Parigi e l'UE hanno sospeso gli aiuti al Paese e gli effetti di queste misure "faranno male" al popolo nigerino, ha ammesso il premier Ouhoumoudou Mahamadou.
Le pressioni dei partner occidentali e dei vicini si fanno sempre più forti sulle nuove autorità di Niamey, affinché venga ristabilito l'ordine costituzionale. Un esponente del precedente Governo avrebbe autorizzato le forze francesi a prendere provvedimenti in tal senso: sono 1'500 i soldati transalpini nel Paese, accanto a un migliaio di statunitensi e a poche centinaia di italiani.
Questo perché il Niger, oltre che il settimo produttore mondiale di uranio, è uno Stato chiave nella lotta al jihadismo in Africa. A Niamey nel fine settimana è emerso il risentimento nei confronti dell'ex potenza coloniale: domenica in migliaia hanno manifestato davanti all'ambasciata francese prima di essere dispersi con l'uso di lacrimogeni. Nella folla c'era chi sventolava la bandiera russa: negli ultimi tre anni c'erano stati golpe anche nei vicini Mali e Burkina Faso, entrambi avvicinatisi in seguito a Mosca.
Parigi non ha confermato né smentito di voler ricorrere alle armi. Domenica il presidente Emmanuel Macron aveva dichiarato che avrebbe reagito "in modo immediato" a qualsiasi attacco nei confronti del cittadini francesi, che in Niger - soldati esclusi - sono alcune centinaia.
La ministra degli esteri francese Catherine Colonna ha smentito le accuse dei golpisti.
Caos in Niger
Telegiornale 31.07.2023, 12:30