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Maltempo: allerte e strade chiuse in Nord Italia

Piemonte e Liguria le regioni più colpite, chiuse strade anche al confine con la Svizzera - La situazione meteo migliora, ma si teme per le colture “ingannate” dalla falsa primavera

  • 10 marzo, 15:54
  • 10 marzo, 19:40
03:17

Notiziario delle 15:00 del 10.03.2024

Notiziario 10.03.2024, 15:30

  • Ansa
Di: Agenzie/Info RSI 

E’ allerta arancione in Piemonte, Emilia Romagna e Veneto per il maltempo che imperversa con forti piogge e nevicate. In altre 13 regioni, tra cui alcune del centro Italia come Toscana e Lazio, l’allerta è gialla.

La situazione peggiore si registra in Piemonte, al confine con la Svizzera, dove per pericolo valanghe sono state chiuse una trentina di strade, fra cui la statale 659 delle Valli Antigorio e Formazza. Nelle vallate del torinese ci sono state interruzioni dell’energia elettrica e dei collegamenti telefonici. In pianura, nell’alessandrino, è il livello elevato delle acque dei fiumi che ha fatto chiudere strade e ponti.

Disagi anche in Liguria dove permane allerta arancione sulla riviera di Ponente e la statale Aurelia è stata chiusa in più punti per frane. Alcuni problemi anche vicino a Genova per alberi caduti.

La Lombardia ha registrato forti nevicate in Valtellina e Valchiavenna, ma senza disagi particolari. I vigili del fuoco sono intervenuti già 150 volte in varie zone della regione sopratutto per allagamenti. I corsi d’acqua nel Varesotto e nel Milanese sono al limite, ma non si sono verificate esondazioni.

I fiumi sono monitorati anche in Emilia, in particolare nel Reggiano e nel Modenese, dove hanno superato la soglia di attenzione, ma non vi sono situazioni critiche.

In Veneto I bacini di laminazione sono stati riempiti per scongiurare esondazioni nel vicentino e il Mose (il sistema automatico di paratie nella laguna) ha tenuto Venezia relativamente al riparo dall’acqua alta.

Preoccupazione degli agricoltori

La situazione meteo ha cominciato a migliorare nel pomeriggio, ma ora la preoccupazione è per lo stato delle colture “ingannate” dalla falsa primavera di febbraio a cui fa seguito il freddo di questi giorni.

L’inverno che si chiude è stato infatti il più caldo mai registrato in Italia, con temperature medie superiori di 2,19 gradi rispetto alla media storica 1991-2020, fa sapere Coldiretti, la principale associazione italiana degli agricoltori. Nel nord d’Italia l’anomalia è stata ancora più accentuate con temperature fino a 2,46 gradi sopra la media.

La pioggia, per non nuocere alle fioriture anticipate, deve essere costante e graduale. I temporali provocano invece più danni che altro, perché i terreni non hanno il tempo di assorbire l’acqua.

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