La scheda

Mandato della CPI contro Netanyahu, che succede ora?

Cosa è la Corte penale internazionale? Il premier israeliano sarà arrestato? Processato? Ecco le risposte alle principali domande

  • 21 novembre, 18:27
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Mandati d'arresto per Netanyahu e Gallant

SEIDISERA 21.11.2024, 18:00

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Di: pon 

La Corte penale internazionale ha accolto la richiesta del procuratore Karim Khan e spiccato giovedì mandati d’arresto nei confronti del premier israeliano Benjamin Netanyahu, dell’ex ministro della difesa Yoav Gallant e del capo del braccio armato di Hamas, Mohamed Deif, che è però molto probabilmente deceduto (l’esercito israeliano ne aveva annunciato l’uccisione nei mesi scorsi). Significa che ora verranno arrestati e processati? Ecco le principali domande e risposte.

Cosa è la Corte penale internazionale?

A differenza della Corte di giustizia internazionale, che ha pure sede all’Aia, la Corte penale internazionale (CPI in italiano, ICC nella sigla inglese) non è un organo delle Nazioni Unite ma è fondata su un accordo internazionale, lo Statuto di Roma del 1998 che le dava giurisdizione su tre crimini principali: genocidio (l’intento di distruggere per intero o in parte un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso), crimini contro l’umanità (violenze sistematiche nei confronti della popolazione civile, come uccisioni, stupri, rapimenti, sparizioni forzate) e i crimini di guerra (uccisione di civili o prigionieri di guerra, tortura, attacchi contro ospedali, monumenti storici, edifici religiosi). Dal luglio del 2018 si è aggiunto il crimine di aggressione ovvero l’uso della forza contro la sovranità di uno Stato, la sua indipendenza o integrità territoriale.

Chi può essere processato?

A differenza della Corte internazionale di giustizia, la CPI non giudica l’azione degli Stati ma dei singoli individui. Davanti ad essa possono comparire quindi presidenti, ministri, in generale responsabili politici e militari. Non Paesi. E la giurisdizione è limitata al territorio degli Stati che hanno ratificato lo Statuto di Roma e ai loro cittadini. Sono 124, ultima in ordine di tempo proprio la Palestina nel 2015. Su questa area del pianeta, l’inchiesta è stata aperta nel 2021 ed estesa poi anche ai fatti successivi al 7 ottobre 2023. Tuttavia, budget della CPI alla mano, non è mai stata una priorità finora.

Israele riconosce la CPI? E perché non la ritiene competente in questo caso?

Israele non figura fra i 124 Stati che hanno ratificato lo Statuto e rifiuta che i suoi cittadini possano essere giudicati all’Aia. Nella lista dei 124 ci sono la Svizzera e tutti i Paesi dell’UE, mentre fra gli assenti figurano anche tre dei cinque membri del Consiglio di sicurezza dell’ONU: Stati Uniti, Russia e Cina. I presunti crimini per i quali sono accusati Netanyahu e Gallant sono stati commessi però a Gaza, in territorio palestinese e come abbiamo visto la Palestina ha aderito al trattato. Tel Aviv, tuttavia, contesta la giurisdizione della Corte sulla Cisgiordania, sulla Striscia e su Gerusalemme Est, perché lo Stato palestinese non è riconosciuto dall’ONU (l’Assemblea generale si è espressa a favore, ma il Consiglio di sicurezza ha bloccato tutto per effetto del veto statunitense). Ciononostante, nel 2021 la Corte aveva sancito che l’adesione palestinese era in regola e che quindi i giudici dell’Aia sono competenti per i crimini commessi in quei territori.

Quali sono le conseguenze di questi mandati per Netanyahu e Gallant?

La CPI non processa in contumacia. I due responsabili israeliani possono essere giudicati solo se vengono arrestati. Da chi? La Corte non ha mezzi di polizia propri e si affida quindi agli Stati membri. I 124 Paesi che hanno ratificato lo Statuto di Roma sono teoricamente tenuti ad arrestare Netanyahu e Gallant se si recano sul loro territorio. Finché non escono da Israele non rischiano quindi sostanzialmente nulla e lo stesso vale se si recano in Paesi come gli Stati Uniti, che non solo non hanno aderito alla Corte, ma con l’attuale amministrazione democratica hanno condannato l’adozione dei due mandati e - per voce dei repubblicani presto maggioritari in entrambi i rami del Congresso - hanno addirittura minacciato di sanzionare la CPI e i suoi magistrati, cosa che Donald Trump aveva già fatto durante il suo primo quadriennio alla Casa Bianca.

L’UE ha dichiarato che i mandati “vanno rispettati e applicati” ma per i più stretti alleati di Israele al suo interno potrebbe porsi il dilemma, se procedere o meno. In Italia, per esempio, il ministro della difesa Guido Crosetto ha dichiarato di non condividere il passo compiuto dalla CPI ma che in caso di arrivo nella Penisola di Netanyahu o Gallant, Roma dovrebbe procedere con l’arresto nel rispetto del diritto internazionale.

Quanto è forte il sostegno alla Corte?

Finora in Occidente - Stati Uniti a parte - è sempre stato forte. Ma va detto che mai un dirigente occidentale è stato perseguito. Le fin qui poche condanne, una decina, hanno riguardato unicamente leader militari e politici africani. Per questo la Corte è stata oggetto di forti critiche in Africa, tanto che per esempio il Burundi si era ritirato dallo Statuto di Roma. Sono stati aperti una trentina di casi in tutto e prima di oggi solo una dozzina di persone figuravano sulla lista dei ricercati.

La CPI ha un ruolo sussidiario, che vuol dire?

Non hanno condotto a incriminazioni né il conflitto in Iraq né quello in Afghanistan, quest’ultimo un dossier ancora aperto. Nel caso iracheno, la CPI si era interessata per esempio alle azioni di soldati britannici (non avendo giurisdizione su statunitensi e iracheni stessi, perché Baghdad e Washington non hanno ratificato il trattato di Roma), ma aveva poi archiviato il caso perché “benché ci siano motivi di credere che soldati britannici avessero commesso crimini di guerra” sotto forma di uccisioni e ai danni di detenuti sotto la loro custodia, “non c’erano elementi tali da affermare che Londra avesse deliberatamente trascurato di perseguire i propri militari”. Se infatti un Paese firmatario dimostra in modo credibile di voler perseguire crimini di guerra e contro l’umanità dei suoi cittadini, allora la CPI (che ha un ruolo sussidiario) non procede.

Oltre a Netanyahu, ci sono mandati contro altri capi di Stato o di Governo?

Sì. Fra i ricercati - dal 2009 - c’è per esempio l’ex presidente sudanese Omar al Bashir. E dal 2023 anche Vladimir Putin, che proprio per questo ha ridotto i suoi spostamenti internazionali. Di recente, tuttavia, si è per esempio recato in Mongolia ma le autorità di Ulan Bator, fortemente dipendenti da Mosca per le loro forniture energetiche, non lo hanno arrestato.

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Notiziario 21.11.2024, 14:00

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