Mondo

Mandela, "Conversazioni con me stesso"

Nel libro, da oggi in libreria, Il premio Nobel della pace vuole sfatare l'immagine di santo

  • 12.10.2010, 13:14
  • 05.06.2023, 20:36
Nelson e Zindzi Mandela, 11.10.2010, Ky_.JPG

Nelson Mandela con la figlia Zindzi

  • KEYSTONE

L'angoscia del carcere e della lontananza dai suoi cari ma anche il disagio provato all'idea di essere considerato una specie di santo.

C'è tutto questo e molto altro nelle lettere, negli appunti e nei documenti privati di Nelson Mandela raccolti nel libro uscito oggi con la prefazione di Barack Obama, il presidente americano. Intitolato '"onversazioni con me stesso", il libro abbraccia
molti decenni della vita del primo presidente del Sudafrica del dopo apartheid e premio Nobel per la pace 1993, oggi 92enne, con riflessioni su temi come corruzione e potere e pagine amare per la morte del figlio Thembi scomparso in un incidente stradale.

La lontananza della famiglia

L'idea della Fondazione Mandela, che ha curato la pubblicazione, era quella di presentare al mondo un'immagine più vera e più completa di un uomo diventato una icona internazionale. Imprigionato per 27 anni dal regime segregazionista bianco del Sudafrica, in carcere Mandela ha sofferto per la lontananza dai suoi
cari e per la preoccupazione di non poter essere al loro fianco.
«Ma mi preoccupava molto anche la falsa immagine di me stesso che avevo proiettato nel mondo, ero considerato una sorta di santo ma non lo sono mai stato, nemmeno se per santo si intende un peccatore che cerca di redimersi», scrive in uno degli appunti.

In alcuni estratti pubblicati dal settimanale britannico Sunday Times, Mandela ammette anche di avere avuto rapporti a volte tempestosi con la moglie Winnie, che più di una volta gli ha rimproverò di essere stata costretta a allevare i figli da sola.
Dopo la sua liberazione, i due hanno divorziato.
Barack Obama nella sua prefazione scrive: "una vita agli antipodi del cinismo e del fatalismo che sovente affliggono il nostro mondo".

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