Due persone sono morte e almeno cinque sono rimaste ferite nella notte tra domenica e oggi, lunedì, durante le crescenti proteste contro la presidente peruviana Dina Boluarte e a sostegno dell'ex presidente Pedro Castillo, in carcere per tentato golpe. Sotto il segno della crescente tensione una sessione del Congresso sulla situazione del Paese è stata sospesa dopo gli incidenti.
Le proteste, da oramai diversi giorni, si sono moltiplicate in tutto il Paese, soprattutto nelle città del nord e nella zona delle Ande. Migliaia di persone sono scese in piazza a Cajamarca, Arequipa, Tacna, Andahuaylas, Cusco e Puno, chiedendo la liberazione dell'ex capo di Stato e nuove elezioni e convocando uno sciopero nazionale.
"Ci rammarichiamo per la morte di due persone e per i numerosi feriti negli scontri. Invito la popolazione a mantenere la calma", ha dichiarato il ministro degli Interni César Cervantes alla radio RPP. "La vita di nessun peruviano merita di essere sacrificata per interessi politici. Ribadisco il mio appello al dialogo e alla rinuncia alla violenza", ha invece dichiarato la presidente su Twitter. Boluarte ha aggiunto che è intenzionata ad anticipare le elezioni nel Paese all'aprile 2024, previste in origine nel 2026.
Sabato, gli scontri ad Andahuaylas (sud) avevano provocato un bilancio di 20 feriti (16 civili e 4 poliziotti). Le violenze sono riprese domenica, con la polizia che ha sparato gas lacrimogeni e il lancio di pietre da parte dei manifestanti. La polizia ha annunciato l'arrivo di rinforzi della polizia antisommossa in aereo per contenere le proteste. Andahuaylas, situata nella regione di Apurimac, è la regione natale di Dina Boluarte, che è stata descritta come "traditrice" dai sostenitori dell'ex presidente deposto.
Perù, detenzione preventiva per Castillo
Telegiornale 09.12.2022, 13:30
A complicare la situazione i sindacati agrari e le organizzazioni sociali contadine e indigene hanno indetto uno "sciopero a tempo indeterminato" a partire da martedì, chiedendo elezioni anticipate e una nuova Costituzione. Secondo la dichiarazione del Fronte Agrario e Rurale del Perù, che chiede la "liberazione immediata" di Castillo, egli "non ha compiuto un colpo di Stato" quando ha cercato di sciogliere il Parlamento e dichiarare lo stato di emergenza il 7 dicembre. La richiesta di nuove elezioni è associata a un massiccio rifiuto del Congresso: secondo i sondaggi di novembre, l'86% dei peruviani disapprova il Parlamento.