Anche in Francia il secondo confinamento sta mettendo in crisi gli strati più fragili della popolazione. Più di 1 milione di persone sono passate sotto la soglia di povertà, portando il totale a 10 milioni. La metà di questi nuovi poveri sono giovani, studenti o lavoratori. Lo Stato francese ha attivato un pacchetto di misure economiche, sociali e anche di sostegno psicologico per gli universitari, particolarmente in crisi.
La fila, all’università Saint-Denis, nella banlieue parigina, è lunga già di prima mattina. E a riunire questi giovani non è una lezione o un esame, ma l’arrivo del secours populaire. L’associazione caritatevole da mesi organizza distribuzioni di cibo all’interno del campus per gli studenti in ristrettezze economiche, come Netifa, alunna di un master di marketing originaria della Guadalupa. "Con le spese quotidiane non arrivo più a fine mese, mi trovo a dover scegliere se pagare l’affitto o mangiare e con quest’aiuto, va meglio", spiega Netifa.
Finita la possibilità di fare lavoretti, babysitting o dare ripetizioni, gli studenti che non possono contare sull’aiuto famigliare si sono trovati senza entrate. È il caso di Soraya, studentessa a scienze dell’educazione. "Lavoravo nel reparto cosmetici di un supermercato, chiuso perché non essenziale, così da tre mesi sono senza lavoro", racconta Soraya.
A coordinare la giornata c’è Kab, uno studente senegalese, impegnato da anni nell’aiuto dei compagni in difficoltà. "Durante il confinamento abbiamo visto giovani che non riuscivano a magiare neppure due volte al giorno, non dico tre, ma nemmeno due. Prima distribuivano 50 pacchi alimentari al mese, ora siamo a 500", sottolinea Kab Niang, organizzatore Secours Populaire 93.
Anche l’università ha stanziato 1 milione di euro per aiutare in vario modo 2'300 studenti, il 10% del totale. Prova del bisogno, i 100 pacchi arrivati oggi sono stati tutti distribuiti. "Mi hanno dato pasta, verdure, pane, bevande e burro, magari per un mese riuscirò a cavarmela, forse un po’ meno, ma è un gran aiuto", dice Soraya.
I nuovi bisognosi come Soraya sono aumentati del 35% in tutta la Francia, secondo i dati allarmanti delle associazioni caritatevoli. In un centro a due passi dal Sacro Cuore ne ricevono molti. Adeline ha perso il suo lavoro in un negozio di riparazioni, chiuso dall’inizio crisi. "È la prima volta che vengo qui, spero di ritrovare presto un lavoro stabile, un asilo per i miei figli in modo da poter lavorare e lasciare questi aiuti ai veri indigenti".
Fno a quando l'economia non si rimetterà a girare, immagini come questa rischiano di diventare la normalità.