E’ una prima per Roma e una novità anche per l’Unione europea: l’Italia creerà in Albania due centri di accoglienza per i migranti salvati in mare, dove verranno trattate le domande d’asilo e da dove saranno organizzati i rimpatri per chi vedrà la propria domanda respinta. Lo hanno annunciato congiuntamente il premier albanese Edi Rama, in visita a Roma, e il presidente del consiglio italiano Giorgia Meloni.
I due centri avranno sede a Shengjin - nota anche come San Giovanni Medua - e a Gjader, due villaggi vicino a Scutari, nel nord del Paese, e saranno gestiti dall’Italia sotto la propria responsabilità, ma con la collaborazione della polizia albanese per le questioni di sicurezza. La loro apertura è prevista per la primavera prossima. Complessivamente potranno ospitare, secondo le informazioni raccolte dall’Agence France Presse in ambienti governativi italiani, fino a 39’000 migranti all’anno.
Dal sistema, hanno spiegato Meloni e Rama, saranno esclusi i minori non accompagnati, le donne in gravidanza e altre categorie vulnerabili, i cui casi continueranno a essere esaminati su territorio italiano.
L’accordo è fortemente criticato dalle opposizioni di sinistra, che parlano di violazione flagrante del diritto internazionale e di deportazioni di fatto, con un aggiramento del dovere di accogliere chi fugge da guerre e persecuzioni.
L’Italia è il primo partner commerciale dell’Albania e uno dei suoi principali sponsor politici nella marcia verso l’ingresso nell’Unione europea. Da gennaio sono 145’000 i migranti sbarcati sulle coste italiane, contro gli 88’000 dello stesso periodo del 2022. La situazione a Lampedusa è di emergenza da mesi, i migranti superano di molto la capacità dei centri di accoglienza dell’isola.
Migranti, accordo tra Italia e Albania
Telegiornale 07.11.2023, 20:32